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Mario Venditti, ex procuratore di Pavia
«Onorevole Ministro Nordio». Inizia così la lettera che l’avvocato Domenico Aiello, legale dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, ha indirizzato al Guardasigilli. Il difensore parla di «aggressione sproporzionata» con «massiccio impiego di risorse» nei confronti di un «incensurato servitore dello Stato», criticando un’inchiesta che si fonderebbe su «un appunto privo di autore». Aiello chiarisce inoltre che Venditti «non ha mai svolto funzioni di Gip né disposto archiviazioni sull’omicidio di Chiara Poggi», ribadendo come il magistrato si fosse occupato del caso Andrea Sempio solo nel 2017, due anni dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi.
Le parole dell’ex procuratore di Pavia
Collegato telefonicamente a Quarto Grado, Venditti ha dichiarato: «Non ho mai preso soldi o benefit. Nessuno mi potrà mai restituire l’onore leso. Ho servito lo Stato per 45 anni, di cui dieci sotto scorta, e non meritavo quanto accaduto». L’ex procuratore si è detto «offeso come uomo e come magistrato» per la perquisizione, pur condotta «con gentilezza», e ha ribadito che archivierebbe ancora oggi la posizione di Sempio: «Lo ritengo estraneo all’omicidio di Chiara Poggi».
La difesa della famiglia Sempio
A Quarto Grado è intervenuta anche Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio: «Venditti l’abbiamo visto una sola volta nel 2017, non lo conosciamo personalmente e nessuno della famiglia ha mai dato denaro al dottor Venditti. Le accuse sono delle emerite schifezze». Il marito, Giuseppe Sempio, ha chiarito la questione dei prelievi di contante, spiegando che servivano a pagare le parcelle legali: «Io portavo la busta agli avvocati, non potevo certo portare caramelle». Quanto al “pizzino” con la scritta “Venditti gip archivia x 20. 30 euro”, l’uomo ha sostenuto che potesse riferirsi a marche da bollo.
L’avvocato Aiello ha chiesto formalmente a Nordio «un’ispezione nell’organico del Tribunale di Pavia», criticando il dispendio di risorse per un’inchiesta che, a suo dire, «non poggia su elementi concreti». «Senza proporzione la giustizia diventa vendetta – ha scritto il legale –. Se bastasse un appunto di dubbia provenienza per mettere sotto accusa un magistrato che ha servito lo Stato, allora tutto sarebbe consentito».