Nuove ombre sul delitto di Chiara Poggi. Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e indagato oggi come nel 2017, sarebbe stato informato in anticipo sulle domande che gli sarebbero state rivolte dalla Procura di Pavia durante l’interrogatorio. Lo evidenziano la pm Claudia Moregola e il procuratore di Brescia Francesco Prete nel decreto di perquisizione che ha portato oggi i carabinieri e la Guardia di Finanza a perquisire le abitazioni dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, dei Sempio e di due carabinieri in congedo. In una conversazione intercettata il 9 febbraio 2017, Giuseppe Sempio, padre dell’indagato, dice al figlio: «Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che...». E Andrea risponde: «Sì lo so». Il padre aggiunge: «Massimo, se ti infila dentro qualche domanda che non... dici: guardi io non mi ricordo, son passati dieci anni...». Il giorno successivo, dopo l’interrogatorio, padre e figlio commentano insieme le risposte. Andrea Sempio osserva: «A parte che erano dalla nostra… perché mi han fatto alcune domande che io ho capito perché me le facevano».

L’appunto «Venditti gip archivia»

A rendere ancora più pesante il quadro investigativo, nel decreto si cita un appunto manoscritto sequestrato il 14 maggio scorso a casa dei genitori di Sempio. Sul foglio compare la scritta: «Venditti gip archivia X 20-30 euro» con data febbraio 2016. Per gli inquirenti, la grafia sarebbe riconducibile al padre Giuseppe. Secondo la Procura di Brescia, quell’annotazione indicherebbe una ipotetica somma di denaro (20-30mila euro) proposta o concordata per ottenere l’archiviazione del procedimento a carico di Andrea Sempio, archiviazione effettivamente richiesta da Venditti il 15 marzo 2017 e accolta dal gip il 23 dello stesso mese.

La difesa: «Prima perizia calligrafica»

L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, ha commentato le notizie legate ai “pizzini” sequestrati: «I pizzini richiedono prima una perizia calligrafica per essere attribuiti a chicchessia».