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SENATO, AULA, AUDIZIONE MINISTRO GIORGETTI SULLO STATO DELL'ECONOMIA
Domani è il grande giorno. Intorno alle 12 il Senato darà il via libera finale alla riforma costituzionale della separazione delle carriere. Subito dopo, le forze di maggioranza si riuniranno tutte a piazza Navona per un flash mob, pioggia permettendo.
Ma intanto a tenere banco ancora le dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa e quelle del Ministro Nordio contro l’opposizione. «Valeva un candelabro» ha risposto il Guardasigilli ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle dichiarazioni del vertice di Palazzo Madama per cui la separazione è giusta ma «forse il gioco non valeva la candela».
Anche il presidente della Commissione affari costituzionali e relatore del provvedimento, Alberto Balboni, nelle sue repliche in Aula, pur se diretto alle opposizioni, è sembrato voler replicare anche al suo collega di partito La Russa: «Il punto non è quanti magistrati passino da una funzione all'altra o se passino o non passino da una funzione all'altra. Il punto è che non esiste, non può esistere processo accusatorio, che non può esistere vera terzietà del giudice, se poi i giudici e i pubblici ministeri stanno nello stesso organo di autogoverno».
Su questa questione ha parlato anche Giovanni Zaccaro, Segretario della corrente dell’Anm, AreaDg: «La giustizia annaspa fra tagli al bilancio ed informatica che non funziona e Nordio pensa ad una riforma che non risolve nessun problema, forse ha ragione chi pensa non valga la pena». E ancora: «A noi non interessa la polemica fra i partiti; ci limitiamo a raccontare ai cittadini, con il sorriso sul volto e la Costituzione in tasca, i nostri dubbi e le nostre perplessità», ha concluso il magistrato. Ma a suscitare i veri contrasti di giornata sono state le parole del responsabile di Via Arenula verso le minoranze in Parlamento, commentando la sua decisione di non replicare: «Aspettiamo domani (oggi, ndr) le dichiarazioni di voto e la conclusione. Avevo già dato risposte preventive in varie interviste, visto che le osservazioni di oggi sono state la solita litania petulante».
«Siamo di fronte ad un ministro della Giustizia irrispettoso del Parlamento e della nostra Costituzione» ha subito detto il presidente dei senatori del Partito democratico Francesco Boccia. «È questa la considerazione che il ministro della giustizia ha del ruolo del Parlamento? È gravissimo che un ministro mostri così tanto disprezzo verso le istituzioni e la democrazia parlamentare» ha aggiunto Raffaella Paita, presidente del gruppo Italia Viva in Senato.
Non è passata inosservata neanche la dichiarazione del senatore di Fd’I Marcello Pera per il quale l'Anm starebbe compiendo un disastro «minando la fiducia» dei cittadini nella giustizia e quelli del Pd sarebbero gregari perché «trascinati ieri da Landini e oggi da Parodi» ma senza «una politica propria» e dunque «a rimorchio». O «l'Anm perde il referendum e allora diventa un piccolo e irrilevante soggetto che si aggiungerà al Campo largo. Oppure vince e che cosa diviene? Diventa soggetto politico egemone nella lotta di liberazione contro la dittatura del governo Meloni» ha concluso Pera.
A replicargli in maniera velenosa sempre Boccia: «Il Pd difende la Costituzione nel solco dei partiti della Resistenza, non della nostalgia. Per galateo istituzionale evitiamo di ricordare alla destra le sue origini: certe radici non si celebrano, si superano. Quanto a lei Presidente Pera, sarebbe perfino ingeneroso parlare di origini politiche, ne hate tante tante che rischieremmo di perderci nel suo labirinto».
Intanto si scaldano i motori in vista del voto plebiscitario della prossima primavera. «Noi saremo i primi a promuovere il referendum» sulla riforma della giustizia, «perché vogliamo che i cittadini si pronuncino» ha annunciato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri che ha altresì spiegato: «La Costituzione prevede che il referendum costituzionale possa essere richiesto da un quinto dei parlamentari ed è quello che faremo come centrodestra».
Dal Pd non restano a guardare. È stata la presidente dei deputati del Partito democratico, Chiara Braga, a disegnare la strada: «Insieme alle altre opposizioni saremo impegnati anche noi nell'uso dello strumento del referendum per fermare questo stravolgimento della Costituzione». Mentre per il Ministro della Difesa Guido Crosetto, intervistato a Skytg24, «questa riforma è un vantaggio della magistratura e si è sviluppato uno scontro politico che mi è incomprensibile. Nessuno limita i poteri - ha aggiunto - dividere le carriere è una cosa che succede in tantissimi Paesi democratici nel mondo e non è nulla di sconvolgente, e neanche l'idea del sorteggio del Csm».
Nel frattempo, nel pomeriggio, c'è piccolo giallo sul flash mob. Per ore si sono rincorse diverse notizie con Forza Italia intenta a preparare il suo a Piazza Navona e gli altri partiti di maggioranza indecisi se prendere pure loro uno spazio o marciare insieme. Alla fine ha prevalso l’unità. Quindi a ora di pranzo tutti a piazza Navona mentre alle 13:30 anche Pd - strategicamente non si sa - terrà un incontro aperto ai giornalisti nell'aula convegni del Senato durante il quale interverranno la segretaria del Pd Elly Schlein e i presidenti dei gruppi parlamentari dem Francesco Boccia e Chiara Braga.


