PHOTO
La magistratura serba è scesa in piazza. Giudici, pubblici ministeri e avvocati hanno manifestato a Belgrado davanti alla Corte costituzionale e alla facoltà di Giurisprudenza per denunciare le pressioni politiche che, a loro avviso, minacciano l’indipendenza del sistema giudiziario. La protesta, riportata da “Radio Free Europe”, nasce dall’annuncio di possibili modifiche alla legge che regola il funzionamento della Procura per la criminalità organizzata, la Tok, pilastro dell’azione giudiziaria contro le strutture mafiose del Paese.
Secondo i magistrati, il progetto di riforma rischia di compromettere definitivamente l’autonomia dell’ufficio. L’ipotesi di inglobare la Tok nella Procura generale di Belgrado viene considerata una manovra capace di indebolire l’efficacia operativa della struttura. «Nel momento in cui la Tok diventerà parte della Procura generale di Belgrado, la conseguenza diretta sarà la perdita della sua capacità istituzionale di operare e, nel caso estremo, ciò potrebbe portare all’indebolimento e persino alla scomparsa delle autorità giudiziarie responsabili della criminalità organizzata. La preoccupazione maggiore è che con questa modifica della legge lo Stato rinunci inequivocabilmente alla lotta istituzionale contro la criminalità organizzata», ha dichiarato il giudice della Corte d’appello Milimir Lukic.
Il collegio della Tok denuncia inoltre che, negli ultimi mesi, i procuratori sarebbero stati esposti a pressioni continue da parte del presidente serbo Aleksandar Vucic, di esponenti dell’esecutivo e del Parlamento e di alcuni media. Accuse respinte dai rappresentanti delle istituzioni, che definiscono infondate le contestazioni sollevate dalla magistratura.
La mobilitazione ha visto la partecipazione anche di cittadini e studenti, a conferma della crescente sensibilità sociale verso l’indipendenza degli organi giudiziari. La manifestazione si è conclusa con sedici minuti di silenzio, simbolico richiamo alle vittime della tragedia avvenuta il primo novembre a Novi Sad, quando il crollo della tettoia della stazione ferroviaria provocò numerosi morti.


