È entrato ufficialmente in vigore il cessate il fuoco a Gaza, dopo l’approvazione da parte del governo israeliano dell’accordo di pace con Hamas. L’intesa, ratificata in tarda serata e in vigore dopo la mezzanotte, prevede il ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf) fino alla cosiddetta “Linea Gialla” entro le prossime 24 ore — una linea di demarcazione che, tuttavia, mantiene le truppe di Tel Aviv all’interno della Striscia — e il rilascio di tutti gli ostaggi vivi entro le successive 72 ore.

La maggioranza dei ministri del governo di Benjamin Netanyahu ha votato a favore dell’accordo. Tra questi anche Ofir Sofer, del partito Sionismo Religioso guidato dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che si è però espresso contro insieme agli altri esponenti dell’estrema destra e ai membri di Otzma Yehudit, il partito ultranazionalista di Itamar Ben-Gvir. Il voto riflette le divisioni profonde all’interno della coalizione di governo: da un lato i favorevoli alla tregua per “ragioni umanitarie e strategiche”, dall’altro chi teme che l’intesa rappresenti una resa politica ad Hamas.

Nonostante la tregua, nelle ore successive all’entrata in vigore del cessate il fuoco l’aviazione israeliana ha colpito obiettivi nel sud della Striscia, in particolare nella città di Khan Yunis e nell’area di Al-Katiba, bersagliate con colpi di artiglieria. Fonti locali parlano di esplosioni all’alba e di diversi edifici danneggiati, mentre da Tel Aviv le autorità militari non hanno ancora commentato ufficialmente le operazioni.

Hamas: «Nessun accordo definitivo sui prigionieri»

Sul fronte palestinese, Hamas ha dichiarato che non esiste ancora un’intesa finale sull’elenco dei prigionieri da liberare in cambio degli ostaggi israeliani.  «Nonostante la pubblicazione dell’elenco da parte di Israele, non è stato raggiunto alcun accordo definitivo sui nomi», ha riferito un portavoce del movimento. L’emittente Al-Arabi TV, citando fonti diplomatiche, ha precisato che i nomi diffusi da Tel Aviv non coincidono con quelli concordati dai mediatori internazionali, alimentando dubbi sull’effettiva attuazione dell’intesa nei tempi previsti. Il cessate il fuoco, mediato da Qatar, Egitto e Stati Uniti, rappresenta un punto di svolta fragile nella crisi mediorientale. Le prossime ore saranno decisive per verificare la tenuta della tregua e la liberazione degli ostaggi, mentre la comunità internazionale monitora con attenzione le mosse del governo israeliano e la risposta di Hamas. Secondo fonti diplomatiche, il ritiro dell’Idf e la consegna dei prigionieri dovranno avvenire entro tre giorni, ma le tensioni e le reciproche diffidenze rischiano di compromettere il percorso verso la pace.