L’Iran lancia un duro avvertimento agli Stati Uniti: nessun dialogo possibile finché proseguiranno gli attacchi militari. È quanto dichiarato dal vice ministro degli Esteri iraniano Majid Takht-Ravanchi in un’intervista alla BBC, in cui ha accusato l’amministrazione americana di ambiguità e mancanza di chiarezza su un punto fondamentale: le operazioni militari.

«Gli Stati Uniti, attraverso canali indiretti, ci hanno fatto sapere di voler tornare al tavolo del dialogo – ha affermato Takht-Ravanchi – ma non hanno chiarito la loro posizione sugli attacchi. Se vogliono davvero negoziare, devono spiegare cosa intendono offrirci per costruire la fiducia necessaria».

Il diplomatico ha poi ribadito la posizione dell’Iran sul programma nucleare: «Continueremo ad arricchire uranio per scopi pacifici. È un nostro diritto. Negarci l’accesso ai materiali nucleari ci ha costretti a contare solo sulle nostre forze». Sulle accuse di voler costruire una bomba atomica, Takht-Ravanchi è stato netto: «Si può discutere del livello di arricchimento, ma dire che dobbiamo fermarci a zero e bombardare se non siamo d’accordo è la legge della giungla».

Interpellato anche sulle affermazioni del direttore dell’Aiea, Rafael Grossi, secondo cui Teheran sarebbe in grado di riprendere rapidamente l’arricchimento oltre il 60%, il vice ministro ha replicato: «Non so se lo faremo, ma il nostro programma è e resta pacifico».

Di segno opposto le parole di Donald Trump, che su Truth Social ha respinto ogni ipotesi di apertura verso Teheran: «Non sto offrendo nulla all’Iran, a differenza di Obama che li ha pagati miliardi per il fallimentare JCPOA. E non sto nemmeno parlando con loro, visto che abbiamo completamente distrutto i loro impianti nucleari».

L’ex presidente ha rincarato la dose in un altro post rivolto al senatore democratico Chris Coons, bollato come “falso”: «Non offro nulla all’Iran. Le loro strutture sono state OBLITERATE».