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Putin, presidente della Russia
Le trattative per la pace in Ucraina ripartono da Mosca, ma senza la svolta attesa. Cinque ore di colloqui tra l’inviato americano Steve Witkoff, accompagnato da Jared Kushner, e il presidente russo Vladimir Putin hanno prodotto solo progressi marginali, come confermano le parti coinvolte. Un nuovo segnale della fragilità del processo diplomatico, che resta appeso ai dossier più delicati: questioni territoriali, garanzie di sicurezza per Kiev e futuro rapporto con la Nato.
Colloqui “utili” ma senza passi decisivi: Mosca non chiude, ma frena
Il Cremlino ha definito l’incontro “utile e produttivo”, respingendo le indiscrezioni secondo cui Putin avrebbe rigettato le proposte statunitensi. Il portavoce Dmitry Peskov ha parlato di un negoziato in fase di aggiustamento continuo: «Alcune cose sono state accettate, altre considerate inaccettabili. È un normale processo di lavoro, una ricerca di compromesso».
Secondo il consigliere presidenziale Yuri Ushakov, Mosca ha messo sul tavolo una delle sue priorità strategiche: il blocco all’ingresso dell’Ucraina nella Nato, definito “tema chiave” del confronto con Witkoff.
Restano distanti le posizioni su Donetsk
Sul fronte più sensibile, quello territoriale, le distanze appaiono profonde. Il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha riconosciuto che il braccio di ferro riguarda un’area decisiva: il 20% della regione di Donetsk ancora sotto controllo ucraino. «Stanno letteralmente combattendo per uno spazio di 30-50 chilometri», ha spiegato. «Abbiamo cercato di capire cosa possano sopportare gli ucraini mantenendo garanzie di sicurezza per il futuro». Un equilibrio sottilissimo, che riguarda sia il destino dei confini sia la futura architettura di difesa dell’Ucraina.
Salta il faccia a faccia di Bruxelles tra Witkoff e Zelensky
Gli sforzi diplomatici avrebbero dovuto proseguire a Bruxelles con un incontro diretto tra Witkoff, Kushner e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ma il faccia a faccia è stato improvvisamente cancellato, probabilmente per l’assenza di progressi concreti nei colloqui con Putin. Al loro posto, nella capitale belga è arrivata una delegazione tecnica: il capo negoziatore ucraino Rustem Umerov e il capo di Stato maggiore Andrii Hnatov, chiamati a riferire ai consiglieri per la sicurezza nazionale europei.
Kiev: «Effetto positivo», prossimi colloqui negli Stati Uniti
Nonostante lo stallo, il governo ucraino conferma che Washington intende proseguire sulla via diplomatica. Il ministro degli Esteri Andrii Sybiha ha spiegato: «I rappresentanti della delegazione americana ritengono che i colloqui a Mosca abbiano avuto un impatto positivo sul processo di pace. La delegazione ucraina è stata invitata a proseguire i negoziati in America nel prossimo futuro». Saranno quindi gli ucraini a recarsi negli Stati Uniti per la fase successiva del negoziato, segnale che per Washington il processo non è affatto chiuso.


