In Italia ci sono interi quartieri dove il Superbonus non è mai arrivato. Non perché mancassero i palazzi da ristrutturare, ma perché mancavano le condizioni sociali ed economiche minime per accedere alle agevolazioni. È da queste “periferie sociali”, completamente tagliate fuori dai meccanismi della rigenerazione urbana, che secondo la Filca-Cisl deve partire la riforma del Testo Unico. Una riforma che, avverte il segretario generale Ottavio De Luca, può diventare l’occasione per rimettere al centro chi oggi resta ai margini.

«La revisione del Testo Unico e della normativa sulla Rigenerazione urbana – dichiara De Luca – deve rappresentare l’occasione, come chiesto più volte dalla Filca-Cisl,  per favorire le azioni di riqualificazione delle aree urbane più fragili e complesse. Nei quartieri dove il bisogno è maggiore, infatti, gli interventi di rigenerazione risultano spesso impossibili: le condizioni sociali sono difficili, molte famiglie sono incapienti e non possono accedere alle agevolazioni. Non a caso, queste zone non hanno praticamente beneficiato del Superbonus. È arrivato il momento di dare centralità a queste “periferie sociali”».

«In questi giorni – prosegue il segretario generale della Filca-Cisl nazionale.- si parla molto di qualità della vita nelle nostre città: è utile riflettere sugli strumenti che possono dare un contributo concreto. I bonus edilizi sulla casa rappresentano una forma di partecipazione pubblico-privato, ma anche i più generosi degli ultimi anni non sono riusciti a incidere davvero dove ce n’era più bisogno. È ormai evidente che solo un vero partenariato pubblico-privato può offrire risposte efficaci alle necessità di riqualificazione e rigenerazione delle aree urbane più fragili e complesse. Per questi contesti, infatti, occorre pensare a misure mirate che permettano alle amministrazioni locali di progettare e governare veri partenariati pubblico-privati capaci, attraverso strumenti specifici, di avviare la riqualificazione dei quartieri. In aree delimitate e di interesse generale si potrebbero prevedere incentivi più elevati e, per gli incapienti, la possibilità di cedere il credito. In questo contesto – spiega De Luca – diventa innovativo e fondamentale chiarire la relazione tra quadro nazionale e capacità territoriale ma, soprattutto, prevedere un finanziamento unico che incentivi gli sforzi e promuova la partecipazione. In questo modo gli incentivi aiuterebbero davvero chi ha più bisogno, perseguendo finalità di interesse pubblico e migliorando la qualità della vita nei quartieri più degradati. Allo stesso tempo, si favorirebbe il coinvolgimento di cittadini e associazioni in un percorso di rigenerazione partecipato. È così che possiamo rivitalizzare i quartieri che più di tutti rappresentano l’anima autentica delle nostre città, quelli che le caratterizzano e le rendono uniche», conclude il segretario generale della Filca-Cisl.