PHOTO
DONALD TRUMP PRESIDENTE USA
Le vicende politiche dell’Honduras e la politica estera di Washington tornano a intrecciarsi in un nodo complesso. Juan Orlando Hernández, ex presidente honduregno condannato negli Stati Uniti per traffico di droga, avrebbe infatti ottenuto da Donald Trump l'impegno a valutare una grazia presidenziale, tramite una lettera consegnata personalmente al leader della Casa Bianca. A rivelarlo è il sito Axios, che ricostruisce la mediazione del politico e lobbista Roger Stone, storico alleato di Trump.
La lettera a Trump: «Sono vittima di persecuzione politica»
Secondo le informazioni trapelate, Hernández avrebbe scritto rivolgendosi a Trump con il titolo di “Sua Eccellenza”, ricordando la collaborazione durante il precedente mandato presidenziale e sostenendo di essere vittima di persecuzioni politiche da parte dell’amministrazione Biden. Estradato negli USA nel 2022, l’ex presidente è stato condannato nel 2024 a 45 anni di carcere con l’accusa di aver cospirato per traffico di cocaina verso gli Stati Uniti.
Trump, dal canto suo, il 29 novembre ha annunciato l’intenzione di concedergli la grazia, definendo il trattamento giudiziario riservato a Hernández «ingiusto e duro», e collegando la sua presa di posizione al sostegno politico verso il candidato conservatore del Partito Nazionale, Nasry “Tito” Asfura.
Le accuse di Trump al processo elettorale honduregno
La vicenda giudiziaria si è rapidamente intrecciata con quella politica. In un messaggio pubblicato su Truth, Trump ha accusato il governo honduregno di voler modificare i risultati elettorali: «Se lo farà, ci saranno da pagare conseguenze d’inferno!».
Secondo il racconto del tycoon, lo spoglio sarebbe stato interrotto bruscamente alla mezzanotte del 30 novembre, quando era stato scrutinato solo il 47% delle schede. I dati parziali davano in testa Asfura con circa 500 voti di vantaggio sul rivale conservatore Salvador Nasralla, con la socialista Rixi Moncada più indietro. Trump chiede che lo scrutinio venga completato «fino all’ultima scheda», definendolo un requisito imprescindibile affinché «la democrazia prevalga».


