Tra gli affreschi immortali di Michelangelo e il silenzio carico di attesa del Conclave, esiste un luogo nascosto che pochi conoscono ma che segna un passaggio cruciale nella vita della Chiesa: è la Stanza delle Lacrime, così chiamata per l’intensità emotiva che vi si vive.

Ufficialmente nota come Sacrestia Pontificia o Sala del Pianto, si trova all’interno della Cappella Sistina. È qui che il nuovo Papa, appena eletto, si ritira per pochi minuti prima di presentarsi al mondo con il tradizionale annuncio: Habemus Papam.

Il nome popolare deriva dalle lacrime che molti pontefici hanno versato, sopraffatti dalla responsabilità spirituale ricevuta. Uno spazio essenziale, arredato con semplicità: una scrivania, alcune sedie, uno specchio e tre abiti papali bianchi di taglie differenti, pronti ad accogliere l’uomo che diventa Papa. Con lui anche l’Anello del Pescatore, simbolo del suo nuovo ruolo, e il personale della sacrestia, discreto e rispettoso.

Non esistono immagini ufficiali di ciò che accade in quella stanza. Ma secondo le testimonianze, è un momento sospeso, fatto di preghiera, raccoglimento e commozione. «È come se lo Spirito Santo posasse una mano sulla spalla», avrebbe confidato un cardinale, raccontando l’emozione vissuta tra quelle mura.

Dopo pochi istanti, il nuovo pontefice lascia la Stanza delle Lacrime per dirigersi verso la Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro. Lì lo attendono migliaia di fedeli e milioni di persone nel mondo, in attesa del suo primo saluto e della benedizione Urbi et Orbi.

Piccola e silenziosa, questa stanza custodisce uno dei passaggi più profondi e trasformativi per chi si appresta a guidare la Chiesa. Un luogo di passaggio, ma carico di spiritualità e responsabilità.