Il giorno tanto atteso del Conclave è quasi arrivato. Il 7 maggio i 133 cardinali elettori si riuniranno nella Cappella Sistina per eleggere il successore di Papa Francesco, a seguito della sua morte. Nonostante la defezione di tre cardinali, il numero di elettori resta sufficiente per procedere con il rito, dove si gioca la successione al Pontificato.

Ma questa edizione del Conclave si distingue per alcune polemiche che ruotano attorno a figure come il cardinale sardo Angelo Becciu e alle incertezze che emergono dalla gestione delle nuove nomine.

Il cardinale John Njue ha infatti denunciato di non essere stato invitato al Conclave, sebbene inizialmente fosse stato giustificato per motivi di salute. Njue aveva recentemente chiesto la rettifica della sua età per poter partecipare come elettore. «I cardinali elettori non hanno bisogno di invito per presentarsi - ha detto il portavoce Vaticano Matteo Bruni -Tramite la nunziatura è stato verificato se il cardinale poteva intervenire: è stato risposto negativamente».

Il caso Becciu

L’ex sostituto della Segreteria di Stato vaticana è stato coinvolto in un processo penale che lo ha visto condannato a 5 anni e 6 mesi di carcere per peculato nell’ambito dell’affaire Londra. Tuttavia, la sua condanna non è definitiva.

Nonostante ciò, Becciu ha deciso di non partecipare al Conclave, obbedendo così alla volontà di Papa Francesco, come dichiarato dallo stesso cardinale dopo aver ricevuto tale comunicazione da parte di due porporati vicini a Bergoglio. In una lettera, Becciu ha spiegato che il suo gesto è volto a garantire serenità e comunione all'interno del Conclave, pur mantenendo salda la sua convinzione di essere estraneo ai fatti contestati.

A poche ore dall’inizio del Conclave, l'avvocato Ivano Iai, molto vicino al porporato sardo e conoscitore del diritto canonico, ha commentato la vicenda con il Dubbio. «La sua volontà di non entrare in Conclave non è irrevocabile e nessuno può imporgli alcuna rinuncia se non violando l’Universi Dominici Gregis», ovvero la costituzione apostolica emanata da San Giovanni Paolo II. «Anche l’assenza di un solo cardinale illegittimamente estromesso potrebbe alterare le regole dell’elezione e le prospettive del confronto», ha affermato l’avvocato Iai. Inoltre, il legale sardo ha precisato che la decisione di Becciu di non contribuire all’elezione del prossimo Pontefice, pur rimanendo convinto della sua innocenza, si può inserire in un contesto di rispetto per la Chiesa e costituisce atto di evidente umiltà.

Ma il caso Becciu si intreccia con un'altra controversia giuridica: la composizione del Conclave stesso. La Congregazione dei Cardinali ha preso atto della volontà di Becciu di non entrare nella Cappella Sistina, ma la questione più ampia riguarda l'interpretazione della volontà di Papa Francesco di creare cardinali oltre il limite canonico dei 120, stabilito dall'articolo 33 di Universi Dominici Gregis. Se non interpretato correttamente, questo atto potrebbe invalidare la legittimità della composizione del Conclave e, quindi, l'intero processo elettivo.

L’avvocato Iai, sul punto, ha ricordato che «la creazione di cardinali extra limite potrebbe non solo minare la legittimità formale dell'elezione, ma anche mettere in discussione l'indipendenza del Collegio Cardinalizio». E ha aggiunto: «A tal riguardo, faccio riferimento alle esperienze storiche della Chiesa, dalle difficoltà con la sovranità papale perduta a Porta Pia fino alla sottoscrizione dei Patti Lateranensi, che nel 1929 segnarono una nuova fase di autonomia tra il Vaticano e lo Stato italiano».

Il futuro Papa, secondo Iai, dovrà dunque decidere se mantenere o abolire la “sanzione” che vieta l’ingresso a cardinali in sovrannumero, rispettando il principio di legittimità stabilito dalla tradizione papale. Infine, l’avvocato Iai ha auspicato che il cardinale Becciu ci ripensi e vada a votare: «Non è l’atto dell’uomo in sé che conta ma il servizio che deve rendere alla Chiesa universale».