Continua l’offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito dall’agenzia palestinese Wafa, almeno 14 palestinesi sono rimasti uccisi nei bombardamenti condotti all’alba di oggi dall’esercito israeliano, in particolare nelle zone centrali e occidentali di Khan Yunis. Le fonti mediche citate confermano che tra le vittime ci sono anche civili.

Parallelamente, lo scontro si è esteso oltre i confini di Gaza. Le forze armate israeliane hanno annunciato di aver condotto attacchi aerei contro obiettivi militari Houthi in Yemen, in risposta al lancio di missili diretti verso Israele. I raid hanno colpito i porti di Hodeida, Ras Isa e Salif, sotto il controllo dei ribelli sciiti filo-iraniani. Gli Houthi avrebbero reagito con lanci missilistici verso Israele: due i vettori intercettati, ma almeno uno avrebbe raggiunto il territorio israeliano. Al momento non si registrano vittime.

Intanto, sul fronte diplomatico, non si sblocca il negoziato tra Israele e Hamas. Secondo quanto riportato dal canale qatariota Al-Arabi, il primo round di colloqui tenutosi a Doha si è concluso senza alcun progresso. Hamas avrebbe insistito per includere emendamenti già ritenuti “inaccettabili” dal governo israeliano, aprendo uno stallo che potrebbe rallentare ogni prospettiva di cessate il fuoco.

In una rara intervista alla BBC, un alto ufficiale delle forze di sicurezza di Hamas ha ammesso che il gruppo ha perso il controllo sull’80% del territorio di Gaza. «Non è rimasto quasi nulla della nostra struttura di sicurezza», ha dichiarato. «Il 95% dei nostri leader è stato ucciso. La sicurezza è completamente crollata. Non c’è più controllo da nessuna parte». Secondo l’ufficiale, Hamas aveva tentato una riorganizzazione interna durante la tregua di inizio anno, ma l’intervento dell’IDF ha decimato le ultime linee di comando.

In questo scenario complesso, il premier israeliano Benjamin Netanyahu è giunto a Washington, dove oggi è in programma un atteso incontro con il presidente statunitense Donald Trump alla Casa Bianca. L’agenda del colloquio resta riservata, ma è probabile che si discuterà della prosecuzione dell’operazione militare, delle pressioni internazionali per un cessate il fuoco e dei rapporti con l’Iran.