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FILE - A Palestinian worker hangs a flag onto an electricity poll on a road in the southern Gaza Strip town of Rafah, adjacent to the demolished Jewish settlement of Morag Saturday Sept. 10 2005. (AP Photo/Emilio Morenatti, File
A pochi giorni dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza resta critica. Secondo quanto riferito dal Cogat, l’organismo dell’esercito israeliano responsabile del coordinamento degli aiuti, i preparativi per l’apertura del valico di Rafah al traffico pedonale sono “in corso”, ma gli aiuti umanitari non passeranno da lì. «Non è mai stato concordato che il valico di Rafah servisse al passaggio di aiuti. Sarà riaperto solo per il transito di persone, in data che sarà comunicata successivamente», ha dichiarato il Cogat alla BBC, precisando che gli aiuti continuano ad entrare da Kerem Shalom e da altri valichi israeliani, «dopo i controlli di sicurezza e in piena conformità con l’accordo firmato».
L’Unrwa denuncia: «Bloccati 6mila camion di aiuti, la popolazione è allo stremo»
Nonostante la tregua, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) denuncia l’impossibilità di far entrare nella Striscia gli aiuti alimentari e non alimentari accumulati ai valichi di confine. Il portavoce dell’agenzia, Adnan Abu Hasna, ha dichiarato al quotidiano “Gulf Times” che le autorità israeliane impediscono la distribuzione degli aiuti, pur essendo già pronti per la consegna: «Sono circa seimila i camion fermi ai valichi, con forniture sufficienti a coprire i bisogni della popolazione di Gaza per tre mesi», ha spiegato Hasna, avvertendo che escludere l’Unrwa dal processo umanitario significherebbe il collasso totale del sistema di assistenza. «La guerra si è fermata, i bombardamenti sono cessati, ma la sofferenza continua sotto nuove forme», ha aggiunto.
Hamas e gli ostaggi: Israele accusa, «può liberarne ancora»
Sul fronte politico e militare, resta aperta la questione degli ostaggi. Secondo una fonte israeliana citata dall’emittente “Kan”, Hamas «è ancora in grado di rilasciare un numero di ostaggi a due cifre», nonostante abbia dichiarato di aver adempiuto alla propria parte dell’accordo. Tel Aviv, riferisce la stessa fonte, dispone di informazioni di intelligence che confermano la capacità del gruppo islamista di procedere a nuove liberazioni e ha trasmesso tali dati ai mediatori — Egitto, Qatar e Turchia. Fino ad oggi, Hamas ha consegnato i corpi di nove ostaggi, mentre secondo le Brigate al-Qassam, il ritrovamento delle restanti 19 salme richiederebbe «grandi sforzi e attrezzature speciali».
In Italia, intanto, il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, ha condannato con forza gli episodi avvenuti a Udine, dove manifestanti avevano tentato di impedire la presenza della squadra israeliana per la partita contro l’Italia. «Negare a Israele il diritto di partecipare a un evento sportivo è solo antisemitismo», ha detto Fadlun durante la commemorazione del rastrellamento del Ghetto di Roma, tenutasi a Largo 16 Ottobre. «In un momento di tregua fragile, un’azione del genere è solo e soltanto antisemitismo. Dobbiamo affrontare tutto questo con nuovi strumenti informativi e insegnare alle persone a comprendere la verità».