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NATO
Sostegno all’Ucraina, nuove misure anti-droni e più spesa per la difesa.
Sono i tre assi attorno a cui si muove la riunione dei ministri della Difesa della Nato, che oggi a Bruxelles hanno tracciato la rotta dell’Alleanza di fronte all’evoluzione della guerra e all’aumento delle incursioni russe ai confini europei. Al centro del vertice, la spinta statunitense per rafforzare il PURL, il programma promosso da Washington per convertire i contributi internazionali in capacità militari concrete a favore di Kiev. «Da agosto gli alleati Nato hanno impegnato oltre due miliardi di dollari attraverso l’iniziativa PURL. Ora è il momento di passare dalle parole ai fatti, senza parassiti», ha ammonito il segretario Usa alla Difesa Pete Hegseth, aprendo i lavori del Gruppo di contatto per l’Ucraina al quartier generale dell’Alleanza.
Berlino e Varsavia in prima linea: nasce lo scudo aereo europeo
Hegseth ha lodato in particolare Germania e Polonia per gli sforzi “nel rispettare l’impegno del 5%”, destinando risorse reali alla difesa e allo schieramento di forze di combattimento credibili. Berlino, ha confermato, assumerà la guida dello scudo europeo di difesa aerea, ampliando la cooperazione con i partner dell’Est e annunciando che caccia tedeschi saranno di stanza in Polonia nell’ambito dell’operazione Sentinella dell’Est.
Una mossa che consolida il ruolo tedesco nel nuovo equilibrio strategico dell’Alleanza, mentre la Francia rafforza la propria presenza nel Baltico e l’Italia insiste per un’estensione delle misure di sicurezza anche al fronte Sud del continente.
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha annunciato che i 32 Paesi membri hanno raggiunto un’intesa per intensificare le capacità operative dell’Alleanza, in linea con gli obiettivi fissati al vertice dell’Aia di giugno. «Abbiamo concordato una serie di misure aggiuntive contro i droni che amplieranno e accelereranno la nostra capacità di risposta», ha spiegato Rutte, sottolineando che le nuove contromisure «non saranno un doppione delle iniziative dell’Ue», ma pienamente integrate nella roadmap “Readiness 2030”, che sarà presentata domani dalla Commissione europea.
Il leader olandese ha anche chiarito la linea d’ingaggio: «I droni non saranno abbattuti in automatico se non rappresentano una minaccia. Ma se lo sono, i nostri militari hanno tutte le autorità necessarie per neutralizzarla. I russi lo sanno».
La nuova strategia anti-droni prevede un sistema integrato di sorveglianza e contrasto, che sostituisce la definizione originaria di “muro di droni” e si estende non solo al fianco orientale, ma anche al fronte meridionale. Un cambiamento fortemente voluto dall’Italia, come ha ricordato Kaja Kallas, Alta rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune: «Quando abbiamo parlato per la prima volta del muro dei droni, riguardava solo l’Est. Ma anche dal mare possono arrivare minacce: è un rischio per tutto il Sud Europa. Ora parliamo di difesa dai droni per l’intero continente».
Ieri in serata, i ministri della Difesa si sono riuniti anche in sede di Consiglio Ue per coordinare la tabella di marcia Readiness 2030, che prevede una maggiore interoperabilità tra le forze Nato e le capacità di difesa europea.