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GUERRA ISRAELE - HAMAS ESERCITO ISRAELIANO SOLDATO SOLDATI MILITARE MILITARI ISRAELIANO ISRAELIANI
A meno di ventiquattro ore dalla firma dell’accordo di pace di Sharm el-Sheikh, il cessate il fuoco tra Israele e Hamas vacilla già sotto i colpi delle armi. Questa mattina, nel quartiere orientale di Shejaiya, a Gaza City, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno ucciso cinque palestinesi che – secondo la versione ufficiale – si sarebbero avvicinati a un’area militare oltre la cosiddetta “linea gialla”, zona di sicurezza dietro la quale l’esercito israeliano si è ritirato in seguito all’intesa raggiunta ieri in Egitto.
L’episodio a Shejaiya: «Minaccia respinta»
In un comunicato, l’Idf ha spiegato di aver tentato di disperdere i sospetti prima di aprire il fuoco per «allontanare la minaccia». L’esercito nega che si sia verificata una violazione di un accampamento militare, ma ha invitato la popolazione di Gaza a «non avvicinarsi alle truppe israeliane dispiegate nell’area». L’episodio rischia di incrinare ulteriormente la fragile tregua firmata a Sharm el-Sheikh sotto la mediazione di Egitto, Qatar e Stati Uniti, che aveva previsto una graduale de-escalation militare e la restituzione dei corpi degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas.
Ostaggi, Israele accusa Hamas di violare l’accordo
Secondo l’esercito israeliano, Hamas non avrebbe rispettato pienamente gli impegni presi nell’ambito del cessate il fuoco. I corpi di quattro ostaggi sono stati consegnati ieri e identificati dagli esperti forensi: si tratta di Guy Illouz (26 anni), del cittadino nepalese Bipin Joshi (23 anni), e di altri due israeliani i cui nomi non sono ancora stati diffusi. Tel Aviv aveva fissato la fine della giornata odierna come termine ultimo per la restituzione di tutti i corpi, ma – riferisce l’emittente pubblica Kan – altri ventiquattro restano ancora dispersi. Fonti governative israeliane ritengono che Hamas ne detenga già alcuni, ma non li abbia ancora consegnati.
La tensione diplomatica: «Accordo non a rischio, ma serve tempo»
Un diplomatico arabo di un Paese mediatore ha dichiarato ad Haaretz che la situazione è «sotto controllo, ma delicata»: «L’accordo non è a rischio. I mediatori stanno lavorando per garantire il pieno rispetto delle intese. Hamas sostiene di avere difficoltà logistiche nel recupero dei corpi». Secondo la stessa fonte, Israele non avrebbe strumenti di pressione immediati per forzare la consegna e al momento si limita a consultazioni riservate con i mediatori egiziani.


