«È un giorno incredibile». Così il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha descritto quanto avvenuto in Medio oriente, con la firma del suo Piano di Pace e che coinvolge Egitto, Turchia e Qatar. Il summit di Sharm El-Sheikh è cominciato con oltre tre ore di ritardo, è stato presieduto dallo stesso Trump e dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e durante lo stesso i leader si sono dati appuntamento tra qualche settimana a Parigi per il “secondo tempo” della partita.

Da un podio allestito al centro congressi, con la scritta “Peace 2025” davanti e il logo del “Summit for peace” dietro, il presidente Usa ha chiamato uno dopo l’altro i capi di Stato e di governo invitati, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni unica donna presente e definita dal tycoon «una donna meravigliosa che sta facendo un ottimo lavoro», e in molte foto Trump ha mostrato il pollice alzato e posato con un’espressione soddisfatta.

«La seconda fase dell’accordo per la Striscia di Gaza è già iniziata», ha detto l’inquilino della Casa Bianca durante il bilaterale con al Sisi, aggiungendo che nel frattempo sono in corso le ricerche degli ostaggi deceduti i cui corpi non sono stati ancora consegnati da Hamas. «Dalla città di Sharm El Sheikh, dove la volontà dei popoli incontra la determinazione dei leader mondiali per porre fine alla guerra a Gaza, portiamo un unico messaggio all’umanità: basta guerre, benvenuta la pace», ha scritto il presidente egiziano sui social. Parlando poi di «risultato senza precedenti» e puntando l'accento sul fatto che «dobbiamo far sì che il cessate il fuoco venga rispettato per riportare tutti gli ostaggi alle famiglie e creare un sistema di unità nella Striscia, lavorando insieme».

Meloni, è stata accolta prima da al Sisi poi da Trump e a margine della cerimonia ha partecipato a un incontro al quale hanno preso parte, tra gli altri, lo stesso al Sisi, il primo Ministro britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani. Presenti anche il primo ministro canadese Michael Carney, il re di Giordania Abdullah II e il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan Al Saud. L’incontro ha permesso uno scambio sui prossimi passi nella stabilizzazione e ricostruzione della Striscia di Gaza a partire dall’urgenza immediata di un rapido aumento dell’accesso umanitario per rispondere agli enormi bisogni della società civile.

C’è stato spazio anche per un simpatico siparietto con Erdogan, che dopo aver detto a Meloni di trovarla «in forma» ha aggiunto «ma devo farti smettere di fumare». «Lo so, lo so», ha risposto la leader di Fd’I stando al gioco. Proprio il presidente turco è stato protagonista di alcuni minuti di tensione, quando sembrava fatta per l’arrivo a Sharm del premier israeliano Benjamin Netanyahu, inizialmente non previsto. «Inaccettabile» per Erdogan, che ha fatto pressione anche sulla Casa Bianca con un perentorio «o io o lui», restando in sorvolo sopra l’aeroporto di Sharm per alcune decine di minuti. Netanyahu era stato invitato all’ultimo da al Sisi su pressione dello stesso Trump, che evidentemente ha poi preferito non tirare troppo la corda.

E proprio al Sisi ha avuto poi una bilaterale con Meloni. Durante l’incontro i due leader hanno discusso i prossimi passi nella realizzazione del piano di pace. La presidente del Consiglio, si legge in una nota di palazzo Chigi, «ha ribadito l’impegno dell’Italia a contribuire alla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo della Striscia di Gaza e al rilancio di un processo politico verso un quadro di pace, sicurezza e stabilità in Medio Oriente basato sulla soluzione dei due Stati».

La conversazione ha permesso anche di fare il punto sulle relazioni bilaterali e in particolare sulla realizzazione dei progetti del Piano Mattei nei settori della formazione, dell’energia e dell’agricoltura sostenibile. Come detto, è previsto per le prossime settimane a Parigi un altro vertice per la “fase due” del Piano, mentre Trump si concentrerà ora sulla questione Ucraina con il presidente Volodymyr Zelensky atteso venerdì a Washington.