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Israeliani inneggiano a Trump per la liberazione degli ostaggi
Donald Trump è atterrato questa mattina a Tel Aviv, accolto con tutti gli onori all’aeroporto Ben Gurion dal presidente israeliano Isaac Herzog e dal premier Benjamin Netanyahu, accompagnati dalle rispettive consorti. Il presidente americano è arrivato in Israele per la prima tappa del suo viaggio di pace in Medio Oriente, dopo l’intesa che ha portato al cessate il fuoco a Gaza e alla liberazione dei primi ostaggi israeliani da parte di Hamas.
Con lui la figlia Ivanka Trump, il genero Jared Kushner – tra gli architetti del piano – e l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff, protagonisti sabato scorso della manifestazione in Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv, dove migliaia di israeliani avevano celebrato l’annuncio dell’accordo.
Il primo impegno di Trump in Israele sarà l’incontro alla Knesset con i familiari degli ostaggi, previsto per le 9.45 italiane (10.45 locali). Subito dopo, alle 10 ora italiana, il presidente americano terrà un discorso ufficiale davanti al Parlamento israeliano, centrato sul “piano di pace” e sul ruolo degli Stati Uniti nella ricostruzione della Striscia di Gaza.
A mezzogiorno è attesa la sua partenza per Sharm el-Sheikh, in Egitto, dove la scorsa settimana si sono svolti i negoziati indiretti che hanno portato all’intesa tra Israele e Hamas. L’arrivo al resort egiziano è previsto per le 12.45 italiane, con la Cerimonia di pace per il Medio Oriente fissata alle 13.30. Il rientro del presidente alla Casa Bianca è previsto in serata.
Nel frattempo, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato la liberazione dei primi sette ostaggi israeliani, consegnati questa mattina dalla Croce Rossa e già arrivati in Israele. I sette – trattenuti per quasi due anni nella Striscia di Gaza – sono stati sottoposti a screening medico presso l’ospedale da campo di Re’im, dove hanno potuto riabbracciare i familiari. «Il governo di Israele abbraccia i nostri ostaggi tornati a casa» – si legge in una nota dell’ufficio del premier Benjamin Netanyahu –. «Lo Stato è impegnato a riportare tutti gli altri prigionieri detenuti dal nemico e perseguirà questa missione con determinazione e tenacia». Poche ore dopo, la Croce Rossa ha comunicato di essere diretta verso Khan Younis, nel sud della Striscia, per la consegna del secondo gruppo di ostaggi, tredici in tutto.
Sul fronte diplomatico, l’Alto rappresentante per la politica estera europea, Kaja Kallas, ha invitato alla cautela: «Garantire la pace a Gaza sarà estremamente complesso», ha scritto in un post su X: «Perché il piano di pace abbia successo serve un forte sostegno internazionale: l’Unione europea è pronta a fare la sua parte». Kallas ha annunciato che mercoledì riprenderà la missione civile europea per monitorare il valico di Rafah tra Gaza ed Egitto, con l’obiettivo di sostenere la tregua e facilitare i corridoi umanitari.
Tajani: «Dal Medio Oriente una luce di speranza»
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha salutato con favore la liberazione degli ostaggi e l’avvio della tregua: «Dal Medio Oriente si accende un’altra luce di speranza dopo due anni di orrori», ha scritto su X. «I primi ostaggi israeliani hanno lasciato le loro prigioni a Gaza: è un passo fragile ma storico, il passaggio dalla guerra alla pace». Tajani ha aggiunto che l’Italia si impegnerà per consolidare la pace e rendere concreto il progetto dei “due popoli, due Stati”, «affinché non resti uno slogan, ma una prospettiva reale di sicurezza e rispetto reciproco».