Accoglienza trionfale alla Knesset per Donald Trump, giunto in Israele dopo la firma dell’accordo di pace di Sharm el-Sheikh. Il premier Benjamin Netanyahu ha definito il presidente americano «il più grande amico che lo Stato di Israele abbia mai avuto nella Casa Bianca», sottolineando che «nessun altro presidente Usa ha mai fatto tanto per Israele». Un discorso breve ma denso di significato politico, pronunciato davanti al Parlamento israeliano e trasmesso in diretta mondiale. «Presidente Trump, benvenuto in Israele, in questo giorno toccante che sarà scritto nella storia del nostro popolo», ha aggiunto Netanyahu. «Anche lei, signor Presidente, sarà scritto nella storia del nostro popolo».

Il viaggio di Trump in Israele arriva poche ore dopo la firma dell’intesa sul cessate il fuoco a Gaza, che ha portato alla liberazione degli ostaggi e alla promessa di un processo di ricostruzione coordinato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Un passaggio che segna, secondo lo stesso Trump, «un nuovo inizio per il Medio Oriente», dopo due anni di conflitto e oltre 30mila vittime. La presenza del presidente americano alla Knesset ha voluto rappresentare un gesto di riconciliazione e di rafforzamento dei legami storici tra Washington e Tel Aviv, nel quadro di una pace che resta fragile ma strategica per l’intera regione.

L’Unione Europea: «Cautela sulle sanzioni, sosteniamo la pace»

Mentre a Gerusalemme si celebrava la giornata storica, da Bruxelles arrivava una posizione più prudente. La portavoce della Commissione europea, Paula Pinho, ha dichiarato che le sanzioni proposte contro Israele sono «inserite in un contesto specifico» e che «se il contesto cambiasse, ciò potrebbe portare a un cambiamento della proposta».

Il portavoce per gli Affari esteri, Anouar El Anouni, ha precisato che «il prossimo Consiglio Affari Esteri offrirà l’opportunità di discutere il percorso da seguire». L’Europa, ha ribadito Pinho, «saluta l’accordo sul cessate il fuoco e accoglie con favore il ruolo svolto dagli Stati Uniti, dal Qatar, dall’Egitto e da altri attori nel sostenere la pace». La Commissione ha inoltre ricordato l’impegno dell’Ue «nel sostenere la governance e la riforma dell’Autorità Palestinese, insieme al gruppo dei donatori palestinesi, e nel contribuire allo strumento di ricostruzione per Gaza».