Domenica si svolgeranno in Romania le elezioni presidenziali, con un ballottaggio che ha attirato l'attenzione internazionale. Da un lato c'è George Simion, leader di estrema destra e sostenitore di Donald Trump, che ha impressionato con un risultato straordinario al primo turno, portando il suo partito nazionalista AUR a un sorprendente 40,9% dei voti. Simion è noto per i suoi discorsi incendiari e per l'influenza della sua retorica anti-establishment, criticando apertamente l'Unione Europea e sostenendo che la sua posizione moderata sia l'antidoto alla corruzione del sistema politico rumeno.

Dall'altro lato, Nicusor Dan, 55 anni, sindaco di Bucarest e sostenitore dell'integrazione europea, rappresenta una visione di riforma e progresso, puntando sulla lotta alla corruzione e sull'adozione di politiche moderne per la capitale rumena. Dan, che ha un solido passato accademico come matematico, ha riformato con successo il sistema di riscaldamento della città e ha promesso di mantenere la Romania sul percorso filo-occidentale, contrastando l'approccio più isolazionista di Simion.

Il ballottaggio è una vera sfida tra visioni opposte per il futuro del paese, con i sondaggi che indicano un testa a testa molto serrato. Simion è leggermente in vantaggio con il 52% dei consensi, ma Dan ha visto una crescita nei sondaggi negli ultimi giorni, arrivando al 48%. Entrambi i candidati stanno cercando di conquistare gli elettori indecisi, mentre il paese si trova di fronte a una decisione fondamentale sul suo orientamento politico e geopolitico.

Le elezioni presidenziali in Romania sono particolarmente significative dopo che la Corte Costituzionale ha annullato il voto di novembre a causa delle accuse di interferenze russe, portando alla necessità di un nuovo turno elettorale