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RACCOLTA FIRME PER IL FINE VITA ORGANIZZATO DALL' ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI EUTANASIA
Terzo diniego al suicidio medicalmente assistito per Martina Oppelli, 49 anni, affetta da sclerosi multipla e tetraplegica. La decisione è arrivata lo scorso 4 giugno dall’Asugi (Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina), che ha nuovamente escluso la presenza di trattamenti di sostegno vitale, requisito essenziale per accedere alla procedura secondo la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.
«Voglio smettere di soffrire», ha dichiarato Oppelli, annunciando che sta valutando di recarsi in Svizzera per porre fine alla propria vita in modo legalmente assistito. Il suo team legale, guidato dall’avvocata Filomena Gallo dell’Associazione Luca Coscioni, ha presentato un’opposizione al diniego, accompagnata da una diffida e messa in mora dell’azienda sanitaria. Secondo Gallo, «Asugi ignora le sentenze della Corte costituzionale, infliggendo a Martina un trattamento disumano che equivale a tortura».
La commissione medica ha rigettato la richiesta pur in presenza di una dipendenza totale da terapie farmacologiche, dispositivi salvavita come la macchina della tosse e caregiver h24. I legali richiamano la sentenza 135/2024, secondo cui presidi medici che impediscono il decesso imminente sono da considerarsi «trattamenti di sostegno vitale».
«Sono stanca, ma ho creduto nello Stato e nel diritto di scelta», ha scritto Oppelli in una dichiarazione pubblica: «Mi resta lo sconforto per aver creduto nel senso civico di uno Stato laico che dovrebbe garantire a ogni cittadino consapevole il diritto di porre fine alla sofferenza. Forse altri potranno godere di questo diritto. Io, invece, potrei dover affrontare un ultimo e faticoso viaggio verso un Paese che ha già recepito la supplica di chi è condannato a soffrire a oltranza».
Di fronte alla pressione pubblica, Asugi ha annunciato che una nuova valutazione verrà avviata. Intanto, l’Associazione Luca Coscioni ha lanciato una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare sul fine vita, puntando a raccogliere 50mila firme entro il 15 luglio. Il testo sarà depositato in Senato il 17 luglio, quando inizierà la discussione sulla proposta legislativa della maggioranza.