La militante neonazista Marla-Svenja Liebich, nata come Sven Liebich, dovrà scontare un anno e sei mesi di reclusione senza condizionale nel carcere femminile di Chemnitz. La condanna è diventata definitiva dopo che sia l’appello sia la richiesta di revisione sono stati respinti.

Il tribunale di Halle aveva giudicato Liebich nel luglio 2023, quando risultava ancora legalmente uomo, per i reati di istigazione all’odio, diffamazione e ingiurie.

Cambio di genere e destinazione carceraria

Determinante per stabilire la destinazione è il sesso anagrafico registrato. All’inizio del 2025 Liebich ha modificato il proprio stato civile, assumendo ufficialmente il nome Marla-Svenja e passando al genere femminile.

In base alla procedura, chi deve scontare la pena deve presentarsi in carcere entro due settimane dall’ordine della Procura di Halle. Al momento dell’ingresso è previsto un colloquio di valutazione per stabilire se la detenzione comporti rischi per la sicurezza interna. In caso di criticità, potrà essere disposta una ricollocazione.

Il caso giudiziario parallelo

Parallelamente, il direttore del portale Nius, Julian Reichelt, ha ottenuto una vittoria legale contro Liebich. Il Tribunale di Berlino ha stabilito che la sua affermazione secondo cui “Liebich non è una donna” rientra nella libertà di espressione.

I giudici hanno riconosciuto un’ingerenza nel diritto alla personalità, ma hanno ritenuto prevalente la tutela del diritto di opinione, interpretando la dichiarazione come una critica alla legge sull’autodeterminazione approvata nel 2024, che semplifica il cambio di genere anagrafico.