La Russia continua a far piovere morte e distruzione sull’Ucraina. Tra domenica e ieri quasi seicento droni Shahed, di fabbricazione iraniana, e almeno sessanta missili balistici di vario tipo sono stati lanciati contro le città ucraine. Tra le città colpite anche Leopoli, Ivano- Fransisk, Zaporizhzhya, Cherkasy e Kiev. Un F- 16 dell’Aeronautica militare ucraina è stato abbattuto, e il suo pilota è stato ucciso, mentre stava svolgendo un’operazione d’intercettazione difensiva. Il pilota è riuscito ad abbattere sette bersagli prima di essere abbattuto a sua volta.

Secondo le ricostruzioni, dopo essere stato colpito ha compiuto una manovra per allontanare il velivolo da una zona residenziale, così da evitare altre vittime, senza però riuscire a lanciarsi in tempo dall’abitacolo. «Purtroppo, mentre respingeva l’attacco, il nostro pilota di F- 16 Maksym Ustymenko è morto. Le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi fratelli d’armi», ha scritto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky su X. Il quale ha poi denunciato che, solo nell’ultima settimana, la Russia ha colpito l’Ucraina con 114 missili di vario tipo, 1270 droni e 1100 bombe plananti.

Secondo fonti del Wall Street Journal la Federazione Russa avrebbe schierato, negli scorsi giorni, 50mila soldati a pochi chilometri dalla città di Sumy, nel nordest del paese. «L’uso dell’artiglieria nella dottrina militare russa è la base per il supporto delle truppe di fanteria», spiega Claudio Bertolotti, Direttore di START InSight, ricercatore senior per la “5+ 5 Defense iniziative” dell’Euro- Maghreb Centre for Research and Strategic Studies, oltre che docente e ricercatore associato all’Ispi, «non è una difficoltà che quindi cerca di essere compensata con l’uso dell’artiglieria, ma un’alternanza tecnica. Qui però ci spostiamo su altro piano, da quello della dottrina a quello pratico, l’offensiva estiva è ipotizzabile. La Russia due volte all’anno, a novembre e ad aprile, richiama i militari di leva nell’ordine dei cento, duecento o trecentomila uomini che, dopo due mesi di addestramento, vengono schierati sul campo di battaglia. Come periodo ci siamo, ci si può aspettare che l’offensiva parta a breve».

Secondo l’esperto «quello che sta avvenendo, l’uso dell’artiglieria, intesa come missili e razzi, e l’uso massiccio droni rappresentano un mezzo di pressione sul piano psicologico e politico» e «la Russia da prova di avere il vantaggio tattico, non c’è stato un momento dall’inizio del conflitto, a parte un paio d’eccezioni, in cui non fosse così» e «la Federazione vuole dimostrare di avere il controllo delle aree del retrofronte, come Leopoli».

I motivi? «La motivazione è politica e psicologica, Mosca vuole indurre il governo di Kiev ad assumere una posizione più morbida al tavolo negoziale e per farlo rende palese che qualsiasi mezzo abbia l’Ucraina per difendersi, non è sufficiente a contrastare il fuoco di saturazione (quando si supera in quantità il numero vettori lanciati rispetto alla quantità contrapposta delle difese contraeree) - continua Bertolotti - Putin è estremamente esplicito, sembra non volersi fermare a prendere in considerazione un negoziato che dia all’Ucraina anche un minimo vantaggio. Vuole mantenere il controllo dei territori conquistati, fino ai confini amministrativi, per poi guardare a distanza di dieci o quindici anni per la fase successiva: l’occupazione di tutta ucraina, militare come nel 2014 e nel 2022, o tramite un’operazione d’influenza, intervenendo nel processo elettorale e mandando al governo presidente filorusso. Come sta facendo in altri paesi, ad esempio la Georgia».

Oltre all’utilizzo di metodi convenzionali Mosca porta avanti il conflitto affidandosi a modalità ibride. Artem Dekhtiarenko, portavoce del Sbu (servizio segreto ucraino), citato dal Guardian, ha spiegato come la campagna di sabotaggio, iniziata dalla Russia nella primavera del 2024, abbia fatto un salto di qualità. Gli attentati esplosivi hanno rimpiazzato gli incendi dolosi e i servizi d’intelligence russi avrebbero iniziato a reclutare giovani ucraini su Telegram, fingendosi compatrioti stanchi della guerra. Gli obiettivi sono i simboli dello Stato come stazioni di polizia o centri di reclutamento.

Sul fronte della diplomazia, il dialogo con l’amministrazione statunitense è stato definito «amichevole» dal consigliere del Cremlino per la politica Estera, Yuri Ushakov, e Mosca sembrerebbe aspettarsi progressi concreti. «La conversazione sta procedendo bene», ha dichiarato Ushakov, «non ha ancora portato a decisioni radicali o cambiamenti nell’intero quadro delle nostre relazioni bilaterali. Ma il lavoro in sé è utile e ha il carattere di una comunicazione amichevole, da partner».

Riguardo ad un possibile incontro tra Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, «può succedere in qualsiasi momento, dipende molto dai presidenti» ha specificato Ushakov. Nel frattempo anche dietro le quinte sembrerebbe che la collaborazione tra i due attori si stia infittendo. Sergei Naryshkin, direttore del servizio di intelligence estero russo, ha riferito di aver avuto una conversazione telefonica con il direttore della Cia, John Ratcliffe. I due avrebbero concordato, secondo quanto riportato dalla Tass, di sentirsi in qualsiasi momento per discutere questioni d’interesse.