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Tutto pronto nella Cappella Sistina per l'inizio del Conclave
Il Conclave per l’elezione del nuovo Papa è ormai alle porte e tra i cardinali regna un clima di attesa serena e riflessiva. «All’inizio ero inquieto, ma ora sono molto sereno. Credo che il Papa sia già stato scelto dal Signore», ha dichiarato al Corriere della Sera il cardinale Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri.
Vesco ha parlato di un collegio cardinalizio finalmente unito: «Venivamo da tanti Paesi, molti non si erano mai incontrati. Ora ci conosciamo davvero». Secondo il prelato, sono diversi i profili papabili, «almeno cinque o sei». Alcuni sono “naturali”, noti per ruolo e personalità, ma non c’è un nome che prevale nettamente: «Nessuno schiaccia gli altri. Eppure accadrà».
Per Vesco, la qualità imprescindibile per il nuovo Papa è la dimensione pastorale: «Serve un pastore, un testimone, un padre. Alla gente, durante i funerali di Francesco, questo è stato chiesto: dateci un padre».
Più orientato sul gioco di squadra appare il cardinale Tarcisius Isao Kikuchi, arcivescovo di Tokyo e presidente di Caritas Internationalis. In un’intervista a Repubblica, sottolinea come «gli europei siano numericamente maggioranza, ma non uniti», mentre «gli asiatici potrebbero sostenere compatti uno o due candidati». Kikuchi si dice certo che il nome di punta emergerà dopo il primo scrutinio e che potrebbe arrivare proprio dall’Asia. Il porporato nipponico prevede un Conclave rapido: «Tre giorni al massimo. Il 9 o il 10 avremo un nuovo Papa, speriamo».
Nel frattempo, le misure di riservatezza sono rigorose. Il portavoce vaticano Matteo Bruni ha confermato che «i telefonini dei cardinali resteranno a Casa Santa Marta e saranno restituiti solo alla fine del Conclave».