La Corte penale internazionale ha aperto all’Aja il processo a Khaled Mohamed Ali El Hishri, ex direttore del carcere libico di Mitiga e figura centrale nel sistema repressivo costruito insieme al suo superiore Osama Almasri. L’uomo, impassibile in aula con un completo blu scuro e una camicia azzurra, si è limitato a confermare le proprie generalità davanti al collegio giudicante composto da tre magistrate. È il primo sospettato a comparire davanti alla Corte nell’ambito dell’indagine sulla Libia, avviata nel 2011.

Le accuse che gravano su El Hishri sono tra le più gravi previste dallo Statuto di Roma: sei capi d’imputazione per crimini di guerra e sei per crimini contro l’umanità, dal febbraio 2015 ai primi mesi del 2020. Il quadro tracciato dalla Procura internazionale è quello di un sistema coercitivo strutturato, nel quale torture, omicidi, violenze sessuali e persecuzioni erano strumenti ordinari di controllo all’interno del penitenziario alle porte di Tripoli.

Secondo la documentazione raccolta dalla Cpi, un numero significativo di detenuti sarebbe morto per le torture inflitte, per la mancata cura delle ferite o per denutrizione. Le violenze sessuali riguardano almeno cinque uomini, tra cui un quindicenne, oltre a un numero imprecisato di donne. Nel carcere, ha sottolineato il tribunale, le “percosse estenuanti” erano parte della quotidianità e venivano inflitte dalle guardie talvolta per semplice intrattenimento, in un contesto privo di regole e dominato dalla paura.

Gli inquirenti ritengono che El Hishri esercitasse un controllo pieno sul personale del penitenziario e sui detenuti, assumendo un ruolo diretto nell’organizzazione delle torture e degli abusi. Il processo rappresenta dunque un passaggio decisivo nella ricostruzione delle responsabilità individuali per i crimini commessi in Libia negli anni successivi alla caduta di Gheddafi, un dossier rimasto a lungo incompiuto per la mancanza di cooperazione delle autorità locali. Il giudice presidente, Iulia Motoc, ha aggiornato l’udienza al 19 maggio 2026, data in cui il procedimento entrerà nella fase successiva.