Un post pubblicato da un presunto dipendente del Ministero dell’Istruzione, che augura alla figlia della premier Giorgia Meloni “la sorte della ragazza di Afragola”, ha scatenato un’ondata di sdegno politico e istituzionale. Il riferimento è alla tragica vicenda di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall’ex fidanzato: un accostamento giudicato “aberrante” e “disumano” da tutte le forze politiche.

Il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, ha rilanciato la notizia sui social, chiedendo “una risposta esemplare”: «La critica politica è una cosa, ma l’odio umano verso i bambini è inaccettabile».

La presidente del Consiglio è intervenuta personalmente: «Questo non è più scontro politico, né rabbia. È qualcosa di oscuro. In un clima malato si arriva a colpire i figli per ferire i genitori. Serve l’unità di tutta la politica per difendere i confini della civiltà».

Le reazioni

Il vicepremier Antonio Tajani ha parlato di “atto da vigliacchi”, mentre Matteo Salvini ha definito le parole «aberranti e vergognose». Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e il presidente della Camera Lorenzo Fontana hanno espresso «solidarietà piena e affettuosa» a Meloni e alla figlia Ginevra.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha disposto «immediate verifiche» per accertare l’identità dell’autore del post e ha promesso «provvedimenti esemplari», sottolineando «l’assoluta intolleranza verso la violenza».

Anche la ministra Eugenia Roccella ha parlato di «odio disumano» e ha denunciato l’ipocrisia di chi predica rispetto e poi agisce in modo opposto. «Attaccare una bambina è una barbarie che offende tutta la nostra umanità», ha detto la ministra Anna Maria Bernini, che ha invocato «condanna unanime e rigore assoluto». Duro anche l’intervento dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: «Minacciare una famiglia per motivi politici è un atto vile. Ogni silenzio, in casi del genere, è complicità».