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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA
Un discorso netto e senza ambiguità quello pronunciato da Sergio Mattarella in occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica al Quirinale. Il Presidente della Repubblica ha affrontato con parole forti la questione israelo-palestinese, condannando apertamente l’occupazione illegale dei territori palestinesi, la negazione del diritto umanitario e il blocco dell’assistenza alla popolazione della Striscia di Gaza.
«Dal territorio d’Europa al Medioriente – come ovunque, in qualsiasi continente – l’occupazione illegale di territori di un altro Paese non può essere presentata come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio, della barbarie nella vita internazionale», ha dichiarato il Capo dello Stato. Parole dure che arrivano in un momento cruciale del conflitto in corso tra Israele e Hamas, e che richiamano alla necessità urgente di un’inversione di rotta sul piano umanitario e politico.
«È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza. Si impone, subito, il cessate il fuoco», ha detto Mattarella, ricordando anche le responsabilità di Hamas, autrice del sanguinoso attacco del 7 ottobre e della detenzione prolungata degli ostaggi israeliani.
Il Presidente ha denunciato con forza la situazione umanitaria nella Striscia, definendo «disumano» il ridurre un popolo alla fame e chiedendo a Israele di rendere accessibili i territori all’intervento delle organizzazioni internazionali.
«Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano. È indispensabile che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali, rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria», ha affermato.
Mattarella ha ribadito il diritto del popolo palestinese a una terra e a confini certi, denunciando l’erosione progressiva dei territori attribuiti all’Autorità Nazionale Palestinese. «I palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi», ha dichiarato.
Un monito è arrivato anche sulla sicurezza di Israele, che – ha detto il Presidente – non può essere garantita attraverso «la semina di sofferenza e di rancore», con il rischio di alimentare nuove ondate di antisemitismo.
«Questa prospettiva e la sicurezza di Israele – elementi imprescindibili – appaiono gravemente minacciate dalla semina di sofferenza e di rancore. Vi si aggiunge l’alta preoccupazione per le manifestazioni di antisemitismo che si riaffacciano nel mondo».