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Milan's Mayor Giuseppe Sala addresses the City Council Monday, July 21, 2025, in Milan, northern Italy, as prosecutors are investigating more than 70 individuals, including Mayor Sala, over a sprawling corruption probe into the city's real estate industry. (AP Photo/Antonio Calanni) Associated Press / LaPresse Only italy and spain
«Le mie mani sono pulite». Esordisce così il sindaco di Milano Beppe Sala nel tesissimo consiglio comunale che oggi ha infuocato la politica meneghina dopo le notizie sull’inchiesta che coinvolge il primo cittadino (indagato) e l’ormai ex assessore all’urbanistica Giancarlo Tancredi, che nel corso della seduta ha annunciato le sue dimissioni.
Una seduta anticipata dalle proteste fuori da palazzo Marino da parte di diversi gruppi tra cui Usb, Potere al popolo, Rifondazione, comitati, Verdi, tutti divisi, che hanno scandito slogan del tipo «Sala, Sala, dimissioni» e «Tutti casa». Nel frattempo, all’interno il parterre del pubblico era già pieno, a più di mezz’ora dall’inizio della seduta. Tra gli spettatori anche diversi esponenti del Pd ma anche il senatore e responsabile Esteri di Iv, Ivan Scalfarotto.
Poi, alle 16:30 spaccate, l’inizio della seduta. «Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature si è sempre ed esclusivamente basato su ciò che ho ritenuto essere nell’interesse dei cittadini e delle cittadine e on esiste una singola azione che possa essere attribuito al mio personale vantaggio - ha detto Sala - Le mie mani sono pulite».
Subito dopo lo scontro con il consigliere di FdI Enrico Marcora, che pochi giorni fa aveva postato un’immagine di Sala in tenuta da galeotto. «Lei ha creduto di avere un momento di fama ma ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, al presidente del Consiglio e al presidente del Senato - ha attaccato Sala - se lei farà carriera sapremo da che parte stanno...». «È una minaccia?», ha reagito Marcora.
Sala non si è scomposto, ha parlato di «maleducazione della politica» e ha poi attaccato la fuga di notizia per la quale ha saputo dai media di essere indagato, non avendo ricevuto un avviso di garanzia. «La giustizia ha il suo corso e le sue decisioni vanno rispettate, ma c’è un comportamento della magistratura ricorrente in questo paese, che ritengo profondamente sbagliato, di divulgare le informazioni ai media - ha spiegato il sindaco - Perché queste informazioni sono state divulgate ai media? Ai colleghi politici chiedo: vi sta bene? Ricordo a chi approfitta politicamente della situazione che sto vivendo: “oggi a me, domani a te”. A una parte dell’opposizione dico: se vi abbandonate a gesti plateali per avere una foto in cronaca locale potete raggiungere il vostro scopo, se lo fate per destabilizzarmi non avete alcuna possibilità».
Sala ha poi ricordato la necessaria distinzione di montesquieuiana memoria tra politica e giustizia. «Oggi più che mai sono motivato a proseguire il mio incarico - ha sottolineato il primo cittadino - Non possiamo tutti noi non essere d'accordo sul fatto che la giustizia e la politica debbano occuparsi di ambiti diversi e perché questa società funzioni bisogna far sì che questa distinzione ci sia. È per questo, nel momento in cui siamo, che la nostra risposta deve essere politica».
Dopo una lunga disamina delle accuse che gli vengono rivolte, e cioè false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone e concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità, Sala ha accantonato l’ipotesi di dimissioni. «Se la maggioranza che mi sostiene c’è coraggiosamente io ci sono. Con tutta la passione la voglia l’amore per Milano - ha detto l’ex manager di Expo - Ho pensato seriamente alla possibilità di non andare avanti. Se trovo ancora la motivazione non è per mia ambizione ma per l’insegnamento che ho ricevuto da mio padre: fai quello che vuoi nella vita, ma ricordati che io ti guarderò e vorrò essere certo che starai facendo il tuo dovere fino in fondo. E oggi sono più che mai motivato a fare il mio dovere fino in fondo e a proseguire con l’incarico che i milanesi ci hanno affidato».
La maggioranza in piedi ha accolto la fine del discorso del sindaco, e poco dopo ha preso la parola l’assessore Tancredi, per il quale i pm hanno chiesto gli arresti domiciliari, annunciando le sue dimissioni. «Ho rassegnato in data odierna le mie dimissioni, è stata una decisione sofferta ma presa per rispetto della magistratura, del sindaco, dei consiglieri - ha detto commosso Tancredi - Quella da assessore è una esperienza che chiudo in modo infelice ma che ho vissuto con entusiasmo. La mia coscienza è pulita». Ma, ha aggiunto, «sono sconfortato dalla posizione espressa da alcune forze di maggioranza di questa città. Mi rattrista il fatto che ci si sia limitati a chiedere le dimissioni senza nessuna pronuncia di condanna, con buona pace del garantismo democratico».