Sono i giornali a comunicare a Beppe Sala, sindaco di Milano, la sua iscrizione nel registro degli indagati. Giornali che, come se non ci fosse stata una riforma, pubblicano stralci di intercettazioni e brani dell’ordinanza, spesso utili più a confondere che a chiarire un’indagine che, allo stato attuale, presenta molte più ombre che certezze. Una sorta di analisi della strategia politica — condivisibile o meno — letta attraverso la lente del diritto penale, alla ricerca di irregolarità che, a oggi, restano controverse e di non semplice configurazione.

Dall’area di San Siro alla riqualificazione degli scali ferroviari, passando per i “nodi” delle porte metropolitane: l’inchiesta della procura di Milano punta il riflettore su una trentina di operazioni urbanistiche ritenute strategiche, ipotizzando un sistema corruttivo strutturato. Il fascicolo coinvolge 74 persone tra amministratori, architetti e imprenditori. Sei sono le richieste di arresto, tra cui quella per l’assessore alla Rigenerazione urbanistica Giancarlo Tancredi e per il manager immobiliare Manfredi Catella. Le accuse spaziano dalla corruzione al falso, dalla lottizzazione abusiva all’induzione indebita, fino alla creazione di un presunto “sistema parallelo” per la gestione delle pratiche edilizie. Secondo i pm, i pareri favorevoli sarebbero stati ottenuti con modalità “distorte”.

Al centro dell’indagine, tra gli altri, figura anche il sindaco Sala, accusato di aver avallato o coperto presunte condotte illecite legate alla nomina e all’operato di Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione per il Paesaggio del Comune. Le due ipotesi di reato a suo carico sono false dichiarazioni, per aver attestato l’assenza di conflitti d’interesse nella nomina di Marinoni pur essendone – secondo la procura – a conoscenza; e induzione indebita, in relazione a presunte pressioni sul progetto “Pirellino”, insieme all’assessore Tancredi e all’architetto Stefano Boeri. «Allucinante sapere dai giornali di essere indagato - ha dichiarato Sala al Corriere della Sera -, non ho mai avuto il numero di Marinoni», ha aggiunto, respingendo con forza ogni accusa.

Parole che hanno spinto Magistratura indipendente a manifestare solidarietà al procuratore Marcello Viola e i suoi pm per le «gravi insinuazioni in merito a presunte responsabilità della stessa procura sulla fuga di notizie relativa alle attività di indagine in cui è coinvolto». Sala ha precisato che la nomina di Marinoni è stata gestita da una struttura tecnica interna al Comune, senza alcun suo diretto coinvolgimento e ha ricordato che l’amministrazione ha già modificato le procedure urbanistiche dopo le prime segnalazioni della procura. Nessun passo indietro, per ora: «Aspettiamo di capire meglio, ma non intendiamo vanificare il percorso di trasparenza intrapreso».

Secondo i pm, l’assessore Tancredi avrebbe esercitato indebite pressioni su Marinoni, riportando anche le lamentele di sviluppatori privati al sindaco, al fine di orientare i pareri della Commissione. Tuttavia, le intercettazioni risultano al momento ambigue e i compensi a Marinoni derivano da consulenze urbanistiche formalmente regolari. Nessuna “busta”, nessun passaggio occulto di denaro, ma pagamenti tracciabili e contratti di consulenza.

La parte più controversa dell’ordinanza riguarda il presunto “disegno eversivo”, con l’obiettivo di ridisegnare la mappa urbanistica della città al di fuori dei canali istituzionali. Gli inquirenti parlano di un piano parallelo al Piano di governo del Territorio ufficiale, un disegno sistemico, orchestrato per favorire i grandi operatori privati. Esemplare è il caso San Siro. Marinoni e Federico Pella, manager della J+S, si mostrano interessati alle potenzialità dell’area. Commentano in chat le dichiarazioni di Sala, Tancredi e dirigenti di Milan e Inter, ragionando su come inserirsi nel dibattito sul nuovo stadio. Ma più che corruzione, sembrano emergere strategie di lobbying urbanistico, consolidate da anni nel rapporto tra pubblico e privato. Il progetto del “Pirellino” — l’ex sede dei Servizi tecnici comunali — è diventato il simbolo delle presunte distorsioni.

Il nuovo progetto, denominato “Torre Botanica”, inizialmente riceve un parere negativo dalla Commissione Paesaggio. Il giorno dopo, la Commissione cambia parere: da negativo a favorevole condizionato. Secondo gli inquirenti, è il risultato di un pressing politico che coinvolge anche Sala. Il sindaco nega ogni responsabilità e ribadisce: «Abbiamo venduto il Pirellino nel 2019, e i lavori non sono ancora partiti. Altro che induzione… è stata una continua trattativa». Anche gli interventi citati nell’informativa della Guardia di Finanza — da Rogoredo all’Arena Santa Giulia, fino a via Ripamonti e via Treves — sono letti come potenzialmente influenzati da Tancredi.

Il contesto è quello di una politica urbana fragile, attraversata da poteri economici e pressioni trasversali, con una procura che sembra cercare nel diritto penale una risposta a fenomeni di scarsa trasparenza e debolezza regolativa. Uno schema già visto, dove il confine tra illegalità e malgoverno si fa sottile. Non ogni ombra è però un reato, e non ogni disordine amministrativo è corruzione. Gli interrogatori degli indagati sono fissati per il 23 luglio: sarà il giudice per le indagini preliminari a decidere sulle misure cautelari richieste, e — forse — sul futuro stesso dell’amministrazione milanese.