Dopo una giornata di tensione politica, arriva in serata l’accordo sul contributo delle banche alla manovra. Il vertice convocato a Palazzo Chigi ha visto riuniti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, oltre al leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. In collegamento da Washington, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che al termine ha commentato con una battuta: «Il vertice è andato bene. Voi non credete ai miracoli, io sì».

L’intesa raggiunta prevede un contributo delle banche senza prelievo forzoso, modellato sulla falsariga degli accordi già adottati negli anni scorsi. Si tratta, al momento, di un’intesa politica che verrà formalizzata nel Consiglio dei ministri di oggi alle 11, quando il governo dovrebbe dare il via libera alla legge di Bilancio 2026. Dopo ore di confronto, il compromesso ha ricomposto la distanza tra Lega e Forza Italia, che per l’intera giornata avevano espresso posizioni divergenti sulla misura.

Il Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles indica un gettito complessivo di 11 miliardi in tre anni, con oltre 4 miliardi annui nel 2026 e 2027, non come una tantum ma come contributo stabile. Fin dal mattino, la proposta aveva acceso lo scontro nell’asse di governo. Il leader della Lega Matteo Salvini aveva difeso la misura parlando di «cinque miliardi che le banche metteranno con gioia a disposizione del Paese per aiutare famiglie e imprese in difficoltà», sottolineando il carattere non punitivo dell’intervento.

Diversa la posizione di Antonio Tajani, che da Napoli aveva replicato: «Deve essere un contributo concordato, non imposto. La tassa sugli extraprofitti è un concetto un po’ da Unione Sovietica. Serve dialogo, non imposizione». Nel pomeriggio, Forza Italia aveva ribadito in una nota ufficiale la linea dura: «Il partito non voterà alcuna tassa sugli extraprofitti, né in Consiglio dei ministri né in Parlamento».

Il compromesso politico e il ritorno alla coesione

Con l’accordo raggiunto in serata, il governo trova la quadra e riporta la coesione nella maggioranza. Il contributo delle banche sarà volontario e concertato, destinato a sostenere misure per sanità, imprese e famiglie, senza introdurre una nuova imposta. La soluzione proposta da Giorgetti – collegato dagli Stati Uniti dove partecipa agli incontri del Fondo Monetario Internazionale – ha permesso di sbloccare lo stallo. Il ministro dell’Economia si è detto «sereno e fiducioso», definendo il confronto «costruttivo e pragmatico». Oggi, con il Consiglio dei ministri, la manovra potrà finalmente vedere la luce.