La riforma dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep) sembra essere ormai in dirittura d'arrivo, con il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, che ha dichiarato di sperare in un’approvazione al primo Consiglio dei Ministri utile. Secondo Calderoli, il disegno di legge delega sui Lep non definirà i livelli di prestazione, ma stabilirà i principi e i criteri per i decreti attuativi, che poi definiranno le prestazioni stesse.

La riforma è stata presentata come una promessa di miglioramento per l’intero Paese, ma la proposta ha suscitato molte perplessità, in particolare per quanto riguarda i finanziamenti necessari per l’attuazione della riforma. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante una sessione di question time alla Camera, ha confermato che la riforma non prevederà nuovi oneri per la finanza pubblica, ma piuttosto si dovrà seguire un percorso graduale, compatibile con gli obiettivi di finanza pubblica.

Le critiche, tuttavia, non si sono fatte attendere. Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera, ha accusato il governo di non avere una valutazione precisa delle risorse necessarie per garantire l’efficace attuazione dei Lep, sostenendo che la mancanza di fondi sarebbe un segno del fallimento del progetto. Secondo Zaratti, l'annuncio di Calderoli sarebbe "l’ennesimo inganno" da parte del governo, che continua a dare priorità alla spesa per armi e a ignorare le necessità urgenti del Paese.

Anche Pasquale Tridico, presidente della Commissione Fisco del Parlamento europeo, ha espresso forti preoccupazioni riguardo alla riforma. Tridico ha sottolineato come la proposta di autonomia differenziata, senza adeguati finanziamenti, rischi di aumentare ulteriormente le disuguaglianze tra Nord e Sud, in particolare per la Sanità in Calabria e in altre regioni del Mezzogiorno.