L’incontro tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron a Palazzo Chigi, a detta di tutti gli osservatori, ha avuto un esito positivo e ha segnato effettivamente un riavvicinamento dei due paesi dopo mesi di gelo e incomprensioni, quando non di polemiche.

La stessa presidente del Consiglio, sui suoi profili social, ieri ha commentato scrivendo che si è trattato di un faccia a faccia «molto utile per rafforzare il dialogo e il coordinamento tra Italia e Francia di fronte alle crescenti sfide comuni». «Come nazioni fondatrici dell'Unione europea», ha sottolineato Meloni ribadendo il contenuto nella nota diffusa a caldo da Palazzo Chigi, «intendiamo lavorare insieme per un'Europa più sovrana, prospera e orientata alla pace, capace di tutelare i propri cittadini e i propri interessi. Abbiamo ribadito il nostro fermo sostegno all'Ucraina per raggiungere una soluzione equa e duratura, promuovendo al contempo un potenziamento della difesa europea».

Se Forza Italia, il partito più europeista della maggioranza, esulta per questo riallineamento della premier e del suo partito e lo fa con Tajani e anche coi moderati di Maurizio Lupi, la Lega di Salvini mastica amaro e tace, data la nota ostilità per il presidente francese, più volte attaccato anche in modo duro da Salvini per il suo sostegno “militante” all'Ucraina. Ma se da un parte la pace con Macron non è vista di buon occhio dal Carroccio, questa offre nuovamente più spazio a destra al ministro dei Trasporti, che può rinsaldare l'asse politico con la destra di Marine Le Pen e incalzare Meloni su vari fronti, primo fra tutti il pacifismo e la contrapposizione alle politiche dell'Ue.

Il riavvicinamento tra il governo italiano e il cuore dell’Unione Europea in Europa è stato accolto di certo con attenzione, ma ha innescato reazioni diverse all’interno del centrodestra italiano.

A Palazzo Chigi si è parlato ufficialmente di un «colloquio positivo e costruttivo», ma nei corridoi della politica il clima è stato ben più denso di significati. Per Antonio Tajani, uno dei principali sostenitori dell’avvicinamento a Macron, l’incontro rappresenta la conferma che la linea europeista portata avanti da Forza Italia, è oggi la strada vincente per l’Italia. «Mi pare che le cose», ha detto Tajani, «vadano nella giusta direzione, un segnale positivo che rafforza anche il ruolo dell'Europa». «Tra Francia e Italia», ha proseguito, «c'è convergenza su tante questioni, una comune visione da parte di due Paesi che sono parte dell'Unione europea, entrambi del G7. Più si collabora e meglio è, e credo che sia un messaggio che vada nella direzione di un'Europa più credibile, più coesa, nel momento in cui deve confrontarsi sulla questione dei dazi, sulla sicurezza, facendolo con due guerre alle porte, una in Medio Oriente e una in Ucraina, e la tensione commerciale. Più l'Europa è unita», ha concluso il ministro degli Estri, «e meglio è».

Il malumore di Salvini è inoltre legato a questioni più ampie, che riguardano la linea politica estera dell’esecutivo: da mesi, il leader leghista sta criticando in modo sempre più aperto la decisione di fornire armi all’Ucraina e non è detto che al prossimo appunta-mento parlamentare si comporti come ha sempre fatto finora, ovvero che alla fine si adegui alla linea Meloni.

Il riavvicinamento a Macron, percepito a via Bellerio come il simbolo di un’Europa guerrafondaia, potrebbe dunque rendere evidente la frattura tra le componenti della maggioranza. Forza Italia ha colto la palla al balzo e ha sottolineato la propria funzione di “cerniera” politica tra Meloni e le istituzioni europee, un ruolo che potrebbe consentire agli azzurri di recuperare terreno e protagonismo in vista delle prossime scadenze elettorali e politiche.

La tentazione, dunque, per Salvini potrebbe essere quella di tornare alla “guerriglia” interna nei confronti degli alleati italiani, spingendo l'acceleratore sul sovranismo europeo e sulla partnership con Marine Le Pen e Viktor Orban. In definitiva, l’incontro Meloni-Macron segna non solo una svolta diplomatico- politica, ma anche l’apertura di una ridefinizione dei rapporti e delle dinamiche politiche all’interno del governo e del centrodestra italiano. Se Forza Italia brinda e rilancia la sua leadership europea, la Lega deve fare i conti con un futuro fluido, tra opposizione interna e ricerca di nuovi spazi di influenza, dentro e fuori l’Europa.