Arrivano i nostri. Deve aver pensato qualcosa del genere l’ex sindaco di Pesaro e candidato alla Regione Marche per il centrosinistra mentre ieri, aspettando di salire sul palco dal quale in serata ha lanciato la sua campagna elettorale difendendosi dalle accuse che lo vedono coinvolto in “affidopoli”, leggeva le agenzie che riportavano i virgolettati di Stefano Bonaccini e Pina Picierno, pezzi da 90 del Pd e sinceri riformisti.

«Da “avvocato del popolo” a capo del tribunale del popolo: Conte pretende di “leggere le carte” sull’inchiesta che coinvolge Matteo Ricci e poi di emettere la sua personalesentenza - ha scritto sui social la vicepresidente del Parlamento europeo - Il giustizialismo a corrente alternata del M5S — che difese Appendino da una condanna — ora si abbatte su un amministratore specchiato e stimato come Ricci». Per poi allargare il discorso all’annosa questione del campo largo. «Un’alleanza non si costruisce sulla graticola di un presunto moralismo, e nemmeno su una presunta superiorità morale che non esiste, e proprio a nessuno è consentito di autonominarsi giudice e censore - tattacca Picierno - Serietà, per favore: gli amministratori e i candidati del Partito Democratico meritano rispetto».

Più dialogante ma comunque fermo nelle sue posizioni l’ex presidente dell’Emilia- Romagna Stefano Bonaccini, per il quale «su Ricci si è raccolta una coalizione larga e plurale e ci auguriamo che il sostegno a Ricci venga ribadito, e al più presto». Dicendosi convinto «dell'estraneità rispetto ad eventuali addebiti sia di Sala che di Ricci», rispetto alla prudenza di Conte Bonaccini spiega che «con il Movimento 5 Stelle noi ci siamo coalizzati in tantissimi comuni italiani e regioni e questo ha permesso di vincere, in alcuni casi stravincere» e «anche alle prossime regionali ci sarà un'alleanza larga».

Dal palco di Pesaro Ricci ha ribadito la propria linea, e cioè quella di non sapere assolutamente nulla delle accuse che gli vengono mosse perché non si è mai occupato delle opere di cui si parla nell’inchiesta, e che conta di chiarire tutto mercoledì quando sarà ascoltato in Procura a Pesaro.

Accanto a lui diversi esponenti dem e centristi locali, ma nessun pentastellato. Da giorni ormai la linea di via Campo Marzio è quella del low profile, in attesa dell’interrogatorio e di quanto emergerà da quelle carte la cui richiesta da parte di Conte ha fatto indispettire Picierno.

Da par suo l’ex presidente del Consiglio ieri ha anche evitato di presenziare a un evento sul lavoro alla Camera al quale invece non hanno rinunciato gli altri leader della coalizione, e cioè Schlein, Fratoianni e Bonelli.

La segretaria dem ha approfittato dell’occasione per dire ai colleghi del centrosinistra che «l’alternativa a questo governo è possibile» e lo ha fatto anche “virtualmente”, visto che la sedia riservata a Conte è rimasta vuota per «impegni improvvisi» del leader M5S. Impegni che sanno tanto di escamotage per evitare photo opportunity con Schlein nei giorni più caldi delle inchieste di Milano e Pesaro. E tuttavia a Fratoianni e Bonelli la segretaria dem ha chiarito che i lavori in corso nel campo largo (o come lo si voglia chiamare) sono parecchio avanti.

«L’alternativa è già in campo con modelli positivi. La mettiamo in campo alle regionali e poi alle politiche - ha spiegato Schlein - “There is no alternative” è lo slogan più di destra che c’è e infatti lo diceva la Tatcher. Non è vero, il ruolo dei progressisti è quello di costruire l’alternativa lì dove sembra mancare».

A partire dai temi del lavoro, che legano assieme alla sanità i partiti all’opposizione. Si è parlato ieri di salario minimo e di riduzione dell’orario di lavoro, congedo parentale e di sicurezza sul lavoro, proprio nelle ore dell’ennesima tragedia con tre operai morti a Napoli su un cantiere.

Prospettive tuttavia future che nell’immediato si scontrano con i problemi interni, a partire dalle inchieste su Ricci e Sala. Tuttavia Schlein è stata netta: per le regionali «sono fiduciosa, lavoriamo per sconfiggere la destra e ci stiamo attrezzando». E su Ricci ha ribadito che «è assolutamente il nostro candidato» e il Pd «è al suo fianco».

Solidarietà all’ex sindaco di Pesaro è arrivata anche dal “guru” dem Goffredo Bettini, per il quale «Ricci ha commesso l’errore di dare fiducia ad un suo collaboratore sulla testa del quale cade l’ipotesi di reato» ma «si faccia avanti un solo leader o amministratore che nella sua vita non abbia commesso tale ingenuità» e per questo richiama i 5S alla lealtà per «non sfilacciare» l’alleanza.

Polemico invece il presidente uscente della Campania, Vincenzo De Luca, che accusa il suo stesso partito di «doppia moralità» chiedendo a Ricci se «gliel’abbia prescritto il medico di candidarsi».