Per ora non cede l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, candidato del centrosinistra nelle Marche e indagato assieme ad altre 23 persone nell’inchiesta coordinata dal capo della procura di Pesaro, Marco Mescolini e dalla pm Maria Letizia Fucci per gli affidi diretti “sotto soglia” per quasi 600 mila euro a due associazioni no-profit per la gestione di eventi, progetti culturali e lavori di manutenzione.

Assieme all’ex primo cittadino, oggi europarlamentare, ci sono il capo di gabinetto di allora, Franco Arceci, i dirigenti che hanno firmato le delibere di concessione degli incarichi, Eros Gilardi e Loris Pascucci, altri funzionari comunali, i fondatori delle associazioni Opera Maestra e Stella Polare, Stefano Esposto e Massimiliano Santini, che all’epoca dei fatti contesti, dal 2020 al 2024, era anche assunto nello staff dell’allora sindaco Ricci, l’ex direttore della Fondazione Pescheria, Silvano Straccini, dimessosi nel marzo scorso, e i vertici di Aspes, cioè le due partecipate del comune che sarebbero state utilizzate per aggirare le procedure di evidenza pubblica degli incarichi.

Le ipotesi accusatorie, a vario titolo riguardano, i reati di corruzione, falso, induzione indebita a dare o promettere utilità, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Ricci, che ha nominato come suoi legali gli avvocati Aldo Valentini e Lucio Monaco, chiamato a rispondere dell’accusa di corruzione per ottenere benefici in termini di consenso politico, ma non in cambio di denaro, sarà ascoltato in Procura mercoledì.

E intanto il tritacarne politico mediatico è già partito, con il Pd che difende il suo esponente, così come il leader di Iv Matteo Renzi, e M5S e Avs che vigilano su quanto sta accadendo, dando l’impressione tuttavia di essere pronti a saltare giù da un momento all’altro dal cavallo in corsa.

«Naturalmente abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura e speriamo che questa vicenda venga chiarita al più presto, siamo fiduciosi che Ricci andrà avanti come candidato presidente nelle Marche e il Pd è pronto a fare al suo fianco la campagna elettorale», ha detto Igor Taruffi, responsabile Organizzazione nella segreteria dem.

«Parliamoci chiaro. Il garantismo vale sempre, non solo per gli amici. Garantismo non vuol dire evitare i processi, ma vuol dire aspettare le sentenze. Nel frattempo gli indagati hanno il diritto e persino il dovere di continuare a lavorare - ha scritto Renzi sui social - Oggi è indagata la Meloni, è indagato Piantedosi, è indagato Sala, è indagato Ricci. Tutti hanno il dovere di lavorare e andare avanti e di essere considerati innocenti fino a sentenza passata in giudicato. Non prendo lezioni sulla giustizia da Fratelli d’Italia che è il partito che ha strumentalizzato Bibbiano, Open, Unicef, le banche. E spero che il Pd non prenda lezioni dal Movimento Cinque Stelle, che chiede le dimissioni degli indagati ma ha all’interno del proprio gruppo persone condannate. La politica - tutta intera, da destra a sinistra - deve smettere di considerare l’avviso di garanzia come una sentenza di condanna: aspettiamo le sentenze, rispettiamo i magistrati, lavoriamo per i cittadini. Questo è ciò che intendo io per garantismo».

Il richiamo al Pd è proprio per il M5S, dopo che il suo leader Giuseppe Conte aveva espresso «cautela» sul caso Ricci, sembra aumentare il pressing sul candidato presidente perché chiarisca le accuse che gli vengono mosse. La capogruppopentastellata e consigliera regionale delle Marche Marta Ruggeri ha annullato l’evento di campagna elettorale in agenda per oggi a Fano, spiegando che «le indagini che hanno raggiunto Matteo Ricci non possono essere sottovalutate da parte nostra» e che «come già espresso dal presidente Conte, il Movimento valuterà attentamente le contestazioni che vengono mosse a Ricci al fine di comprendere se ci sia una condotta disonesta che lo renderebbe incompatibile con i nostri principi e i nostri valori».

E mentre il leader M5S ha chiesto e ottenuto dalla Procura le carte per studiare il caso e confermare o meno il sostegno, anche Avs con il segretario di Si Nicola Fratoianni che invita ad «aspettare» quanto accadrà. «Matteo Ricci si è dichiarato completamente estraneo alle accuse e naturalmente rispettiamo, come sempre e senza differenze di colore, la magistratura impegnata nelle sue inchieste e nel suo lavoro, ci auguriamo che la questione possa essere chiarita al più presto possibile - ha detto Fratoianni - Naturalmente aspettiamo anche le valutazioni di Ricci e quelle di tutta la coalizione, e lo facciamo nella speranza che, ripeto, questa vicenda si possa chiarire al più presto possibile e si possa proseguire con la campagna elettorale».

Chi invece continua a sostenere il candidato del centrosinistra è Alessandro Onorato, assessore ai Grandi eventi al Comune di Roma che ha lanciato una rete civica alla quale hanno già aderito più di 200 amministratori locali e che ieri si è riunita a Fermo proprio per lanciare la candidatura di Ricci e, a questo punto, per confermare il sostegno all’europarlamentare con tre liste civiche all’interno della coalizione di centrosinistra.

Intanto procede il lavoro sugli altri dossier per le regionali d’autunno. L’incontro nella sede dei 5 Stelle a Roma tra Conte, Schlein e De Luca ha posto le basi per chiudere la partita in Campania, in una trattativa che vede il via libera alla candidatura di Roberto Fico da parte del presidente uscente connessa a una serie di richieste da parte dello stesso De Luca, a partire da ruoli di rilievo per personalità vicine al governatore uscente, che potrebbe presentare ben due liste. Diversi dettagli sono ancora definire ma del resto la Campania non andrà al voto prima di novembre.

Più stretti sono invece i tempi in Toscana. «Se non c’è la volontà di trovare un giorno intermedio, un election day, a cui io avevo dato la disponibilità, per noi il giorno della votazione è la data del 12 ottobre», ha detto il presidente Eugenio Giani. Sulla sua ricandidatura si procede «senza forzature», spiegano dal Nazareno perché serve ancora un po’ di tempo per «consentire al Pd di lavorare sulla coalizione». In Toscana, M5S e Avs sono stati all’opposizione della giunta Giani in questi anni e la Direzione regionale dem, che dovrebbe essere convocata a fine mese, scioglierà il nodo sull’eventuale loro ingresso in maggioranza.