«Che le fake news, al pari della propaganda, vengano utilizzate nei contesti di guerra come strumenti per pilotare l’opinione pubblica e le decisioni non è una novità. È sempre avvenuto». Lo dice a LaPresse il filosofo Massimo Cacciari, in merito alle immagini dei civili ucraini massacrati a Bucha, laddove la Russia nega ogni coinvolgimento parlando di foto e video "costruiti a tavolino da Kiev a beneficio dei media occidentali". Cacciari fa parte della commissione Dubbio e Precauzione, movimento composto da filosofi, scienziati e giuristi, di cui è membro anche Carlo Freccero, al centro di una polemica in queste ore perché accusato di aver definito "materiale propagandistico" alcune immagini riferite al conflitto in Ucraina, come quelle del bombardamento dell’ospedale pediatrico a Mariupol. «Quando ci si trova di fronte ad alcune immagini chi le guarda non può sapere se sono vere, attendibili o palesemente false e costruite a scopo propagandistico», prosegue il filosofo. «Dalle manipolazioni non c’è modo di difendersi. L’unica possibilità è studiare, comprendere le ragioni alla base delle varie dinamiche, e poi affidarsi al proprio ragionamento politico», aggiunge Cacciari che sottolinea che «ci sono alcune verità assodate» come «il fatto che qui ci sia un soggetto aggressore e uno aggredito».