Il centrodestra si mostra compatto sul palco del Teatro Team di Bari, dove la premier Giorgia Meloni e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno tirato la volata a Luigi Lobuono, candidato della coalizione per la presidenza della Regione Puglia. Una manifestazione dal forte valore politico e simbolico, tra applausi, cori e una foto di gruppo che sancisce l’unità della coalizione.

Meloni difende la Manovra e attacca Cgil e opposizioni

Meloni, accolta dal coro “Giorgia, Giorgia”, ha difeso con fermezza la legge di Bilancio, replicando alle critiche dell’opposizione. «La sinistra ci viene a dire che questa Manovra favorisce i ricchi. Serve coraggio per sostenerlo. Chi guadagna 2.400 euro e mantiene tre figli non è un ricco da colpire», ha dichiarato la premier, sottolineando i risultati ottenuti sul fronte della sanità pubblica: «Un milione e 300mila prestazioni in più nei primi sette mesi dell’anno, 2 milioni entro gennaio».

Poi la leader di Fratelli d’Italia ha attaccato la Cgil e il segretario Landini per lo sciopero generale di venerdì: «Non sia mai che la rivoluzione si faccia di martedì. È la dimostrazione che i diritti dei lavoratori non sono la priorità per alcuni». Sul referendum sulla giustizia, la premier ha risposto alle opposizioni: «Chi pensa di mandare a casa Meloni con un no si metta l’anima in pace. A casa mia mi ci mandano solo gli italiani: si chiama democrazia».

Salvini: «Chi non rispetta la nostra cultura, fuori dalle palle»

Dal palco, Matteo Salvini ha scelto toni duri sul tema migranti e sicurezza: «L’Europa permette a troppi migranti islamici di entrare e distruggere il nostro tessuto sociale. Chi arriva deve rispettare la nostra cultura, la nostra religione e la nostra Costituzione. Chi non lo fa, fuori dalle palle». Il leader della Lega ha richiamato il Bataclan e ha difeso le radici cristiane: «Se qualcuno tocca il presepe o il crocifisso, guai a voi». Poi un affondo contro l’“ideologia gender” nelle scuole: «Chi insegna deve trasmettere educazione, non schifezze».

Il vicepremier Antonio Tajani ha invece puntato sul ruolo moderato di Forza Italia, esaltando la coesione della coalizione e attaccando «il sistema di potere della sinistra fatto di clientele e amici degli amici». Sulla riforma della giustizia, tutti i leader hanno ribadito la linea comune: «Togliamo la magistratura dal controllo politico e questo alla sinistra non piace», ha ribadito Meloni, assicurando che «molti magistrati voteranno a favore di una riforma di buon senso».