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LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI
Dopo il caso Cnel e le polemiche sull’aumento dei compensi poi revocato, il governo accelera sulla stretta ai maxi-stipendi. In settimana sarà emanata una circolare del ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, seguita da un Dpcm, per evitare che la sentenza della Corte costituzionale che ha cancellato il tetto dei 240mila euro si traduca in un effetto domino sugli stipendi dei vertici dello Stato.
La bozza del provvedimento, già pronta e al vaglio di Palazzo Chigi, chiede di soprassedere a qualsiasi rideterminazione dei trattamenti economici fino all’approvazione di nuove regole, così da evitare «un ingiustificabile appiattimento verso l’alto delle retribuzioni».
L’intento è chiaro: impedire che la caduta del tetto porti a una corsa agli aumenti per dirigenti e capi dipartimento. «Non c’è nessuno che sia autorizzato ad alzarsi lo stipendio per il fatto che non esiste più il tetto», ha ribadito Zangrillo, confermando che solo un numero limitato di dipendenti - quelli che nel 2014 avevano retribuzioni più alte - potranno tornare ai livelli precedenti.
Secondo quanto anticipato da Repubblica e Corriere della Sera, la circolare sarà pubblicata nei prossimi giorni e prevederà che eventuali riallineamenti avvengano solo «in presenza di risorse disponibili già stanziate per le retribuzioni del personale».
Deroghe per 10-12 dirigenti di Stato
Fonti di governo riferiscono che un elenco ristretto - una dozzina di alti dirigenti dello Stato - potrà beneficiare di adeguamenti specifici, motivati dalla complessità dei ruoli ricoperti. Tuttavia, anche in questi casi, la soglia non potrà superare i 311mila euro fissati come parametro massimo per il Primo presidente della Corte di Cassazione.
Per tutti gli altri, niente automatismi. Zangrillo ha confermato che si sta lavorando con il Ministero dell’Economia a un sistema di retribuzioni legate alle performance, per «graduare le retribuzioni dei dirigenti in base al contenuto e alla responsabilità del ruolo».
Il tema dei compensi nella pubblica amministrazione è tornato centrale dopo che la Consulta, lo scorso luglio, ha dichiarato illegittimo il tetto dei 240mila euro introdotto nel 2014. Il governo Meloni ha scelto una linea prudente, per evitare nuove polemiche e garantire «equità e sostenibilità» nel pubblico impiego. Una volta approvata la circolare, arriverà un disegno di legge ad hoc, che disciplinerà definitivamente la materia, stabilendo criteri oggettivi e limiti chiari per i vertici amministrativi e i grand commis dello Stato.


