Si accende lo scontro politico attorno alla manovra economica del governo Meloni. Dopo giorni di critiche da parte di Istat, Bankitalia e Ufficio parlamentare di bilancio, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rompe il silenzio e passa al contrattacco, difendendo la linea dell’esecutivo e respingendo le accuse di favorire i redditi più alti.

«Una volta che abbiamo cercato di ovviare non per i ricchi, ma per quelli che guadagnano cifre ragionevoli, siamo stati massacrati da chi ha la possibilità di farlo. Ma non è un problema, perché riteniamo di essere nel giusto», ha dichiarato il titolare del Mef, sottolineando che «giudicare gli altri è facile, ma governare in tempi di guerre armate, crisi commerciali e instabilità è più complicato».

«Abbiamo sostenuto il ceto medio»

Nel mirino del ministro le analisi che hanno evidenziato come il taglio dell’Irpef favorisca le famiglie più ricche. Giorgetti ribatte: «Se è ricco chi guadagna 45mila euro lordi all’anno, cioè poco più di 2mila euro netti al mese, allora forse Istat, Banca d’Italia e Upb hanno una concezione della vita un po’... diversa dalla realtà».

Il ministro ha poi rivendicato l’attenzione del governo per le fasce medie della popolazione: «Siamo intervenuti quest’anno sul ceto medio, perché i ceti più svantaggiati sono stati attenzionati negli anni scorsi».

Le opposizioni: «Una manovra per pochi»

Le parole di Giorgetti hanno innescato una nuova ondata di reazioni. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, è tornata ad accusare l’esecutivo: «La destra come al solito aiuta chi è già più ricco e dimentica chi fa fatica e rimane ai margini». Dal palco del Congresso nazionale dei Giovani democratici, la leader dem ha rilanciato il tema della redistribuzione, definendola «una parola fondamentale per la sinistra».

Durissima anche Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd: «Il ministro non sembra aver letto ciò di cui parla. Come tutta la maggioranza, è infastidito dai dati oggettivi».

Non meno severo il giudizio del presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che sui social ha attaccato frontalmente Giorgetti e il governo: «Abbiamo il record di pressione fiscale dai tempi di Monti. Possiamo ancora sopportare che il governo delle tasse di Meloni non agisca contro il crollo del potere d’acquisto, ma vada a Washington a rassicurare Trump sulle tasse ai miliardari del web?». Secondo Conte, l’esecutivo «ha messo i penultimi contro gli ultimi, proteggendo i gruppi di potere economico e finanziario».

La sinistra ecologista: «Aumentano le disuguaglianze»

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), che accusa il governo di aumentare l’ingiustizia sociale, e di Angelo Bonelli (Europa Verde): «Giorgetti nel panico prova a difendere l’indifendibile. I dati ufficiali dicono che questa manovra aumenta le diseguaglianze e scarica sui più fragili il peso dell’inflazione e del caro-vita».