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ELLY SCHLEIN SEGRETARIA PD
«Un incontro storico di voci progressiste provenienti da tutta Europa e dall’Ucraina». Così gli organizzatori del primo summit progressista a Kiev hanno definito la due giorni cominciata ieri e che si concluderà oggi nella capitale ucraina. «Organizzato in concomitanza con un momento cruciale nel percorso europeo dell’Ucraina, l’evento è co-organizzato dalle principali organizzazioni socialdemocratiche europee, tra cui i Socialisti e Democratici, e riunisce sotto lo stesso tetto politici, attori della società civile, sindacati, accademici, veterani e movimenti giovanili - si legge nel comunicato - Parteciperanno anche tre eurodeputati S&D: la vicepresidente del Parlamento europeo Katarina Barley, la vicepresidente S&D Kathleen Van Brempt e Thijs Reuten, relatore ombra S&D sull’Ucraina». Per i Socialisti «è essenziale riaffermare il nostro impegno comune per la sovranità dell’Ucraina, che continua a resistere alla guerra di aggressione russa, e garantire che l’adesione dell’Ucraina all’Ue diventi un motore di dialogo sociale, giustizia e inclusione», proseguono, «insieme rifletteremo su come una ripresa equa e sostenibile possa trasformare l’Ucraina in uno Stato europeo veramente democratico, socialmente giusto e resiliente».
Iniziativa che diversi commentatori europei hanno definito lodevole ma che in Italia non ha avuto praticamente eco per un motivo molto semplice: nessun europarlamentare europeo italiano socialista, così come nessun parlamentare italiano del Pd, ha partecipato all’evento. Non c’era la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, vicinissima all’Ucraina e che anche negli scorsi giorni si è spesa affinché venisse impedito al baritono russo Abdrazakov, definito «propagandista di Putin», di esibirsi all’arena di Verona. E non ci sarà la segretaria dem Elly Schlein, nonostante quella del Pd sia la principale delegazione del gruppo S&D e nonostante la leader del Nazareno non abbia ancora mai messo piede in Ucraina dall’inizio della guerra. Tema ribadito più volte dal segretario di Azione, Carlo Calenda, che ha chiesto a tutti i leader di opposizione di visitare l’Ucraina come da lui più volte fatto negli scorsi mesi.
«Faccio una proposta chiara e diretta a Elly Schlein, Matteo Renzi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli: andiamo tutti insieme in Ucraina - ha detto più volte Calenda - L’occasione non è soltanto un viaggio, ma la possibilità di dissipare ogni ambiguità accumulata negli ultimi due anni sulla guerra di aggressione russa e in particolare mi rivolgo a Schlein perché così potrà far vedere e dimostrare che il Partito democratico non ha abdicato ai propri valori a un tale livello da disconoscere anche quelli della Resistenza che oggi è la Resistenza di Kyiv».
A sentire alcune fonti interne ai dem tuttavia il summit organizzato dai Socialisti forse non era esattamente l’occasione giusta, visto che alcuni la definiscono un’iniziativa messa in piedi in fretta e furia per fondare un partito socialdemocratico in Ucraina. «Pur con un intento nobile e portata avanti da ragazzi animati da tanta buona volontà - proseguono le stesse fonti - l’organizzazione è piuttosto improvvisata».
Ieri si sono svolti i panel su difesa e sicurezza, sul sentiero dell’Ucraina verso l’Ue, sulla democrazia tra stato di diritto e trasparenza. Oggi invece spazio ai diritti del lavoro e al percorso di ricostruzione del Paese.
Il tutto senza la presenza di alcun rappresentante dem nostrano, con la segretaria Schlein che ieri ha incontrato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini.
«Una volta tanto possiamo dire che ha ragione Giorgetti quando dice che fra cinque anni l’industria in Ue rischia di scomparire - ha detto la leader dem - Rischiamo di essere schiacciati dall’aggressività commerciale americana e cinese. Per questo, come di fronte alla pandemia, occorre superare i veti e mettere in campo un grande piano di investimenti pubblici e privati da 800 miliardi all’anno, per dar corpo a un piano industriale che con visione strategica rilanci la manifattura europea e serva anche a quella italiana. Un piano che punti all’autonomia strategica europea e accompagni le imprese nell’innovazione digitale e nella transizione ecologica, che crei lavoro di qualità e aumenti la competitività».
In fondo, per visitare l’Ucraina ci sarà tempo.


