«I 38 suicidi in carceri dall’inizio dell’anno, di cui tre solo nelle ultime ore, sono un dato drammatico che interpella la nostra coscienza e impone di agire. Va individuato uno strumento deflattivo per rispondere a questa assoluta emergenza e per ridurre l’ormai insostenibile affollamento carcerario. La salute mentale e fisica dei detenuti è affidata allo Stato, che ha il dovere di prendersene cura. Così come esiste il dovere di garantire la dignità e la rieducazione di chi è stato privato della libertà. Non possiamo assolutamente correre il rischio di considerare come inevitabile il tragico fenomeno dei suicidi all'interno degli istituti penitenziari». A dichiararlo, nel giorno più nero per le carceri dall’inizio dell’anno, è il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia a Palazzo Madama, Pierantonio Zanettin.

Senatore Zanettin, il tema delle carceri non è più rinviabile. È arrivato finalmente il momento di intervenire con misure concrete?

È un tema sul quale Forza Italia è già intervenuta altre volte. Sicuramente, il dato di tre suicidi in poche ore è drammatico, un dato che ci interroga e che che ci fa capire come la situazione nelle carceri sia ormai insostenibile. Eravamo già ben consapevoli del problema relativo al sovraffollamento, però adesso, con l’arrivo della stagione calda, che come sappiamo rende la situazione dei detenuti ancora più complicata, non è più possibile rinviare una riflessione. Già un mesetto fa avevo ricordato ai miei colleghi di maggioranza che sarebbe stato bello omaggiare Papa Francesco, che chiedeva un atto di clemenza per i detenuti, raccogliendo il suo messaggio. E anche Papa Leone XIV sembra voler continuare l’opera di attenzione e di vicinanza iniziata da Francesco nei confronti dei reclusi. Credo che di fronte ad una situazione come quella attuale sarebbe intelligente che il Parlamento e il governo mostrassero un’apertura a gesti che alleggeriscano il carico degli istituti di pena.

C’è già una proposta sulla liberazione anticipata, quella del deputato di Italia Viva, Roberto Giachetti…

Io voglio che ci sia una proposta del centrodestra. Introdurre misure deflattive sarebbe l’ideale. Fino adesso, però, tutte le volte che ci abbiamo provato non abbiamo trovato terreno fertile. Prima di buttare giù un testo è dunque necessario creare un clima tale da rendere realizzabile un’idea del genere. E le ultime notizie potrebbero rappresentare lo spunto per aprire una discussione su questo fronte.

Dal carcere di Vigevano è arrivata una denuncia molto pesante al nostro giornale: si parla di condizioni igienico- sanitarie disumane, distribuzione anomala di farmaci e presunte ritorsioni verso i detenuti che hanno denunciato. Il Parlamento ha intenzione di fare qualcosa?

Non ho avuto modo di fare verifiche sulla situazione, però certamente nel nostro Paese ci sono anche carceri in cui si vive in condizioni disumane. Lo scorso anno, Forza Italia ha visitato tanti istituti, io per esempio ne ho visitati due, Ancona e Vicenza, dove abbiamo verificato condizioni più che dignitose nel trattamento dei detenuti. Ma sono consapevole che ci sono in altre parti in Italia sicuramente situazioni meno adeguate. Sono necessari investimenti, ma le risorse sono poche. Abbiamo ripetuto tante volte che secondo la Costituzione chi commette dei delitti deve essere privato della libertà, ma non della dignità, ma forse questo è uno slogan che abbiamo tante volte declinato e non attuato.

Ci sono dei modelli dai quali partire per mettere in atto questo principio?

Vicenza ed Ancona, come ho detto, sono strutture in cui credo che si faccia davvero rieducazione e che potrebbero rappresentare un modello di partenza. Per quanto riguarda i detenuti, sicuramente anche lì ci sono tanti problemi, criticità, però non si ha l’impressione che ci sia una situazione fuori controllo.

Continuare ad aumentare il numero di reati non è un’altra causa di sovraffollamento?

Sì, però c’è da dire che i reati aumentano per rispondere a dei problemi di sicurezza e ordine pubblico, che vanno garantiti. Perché abbiamo anche tante situazioni in cui ci sono persone che delinquono e dopo mezza giornata sono di nuovo in libertà. Ci sono reati che allarmano dal punto di vista sociale e a questo allarme è giusto rispondere.

Spesso la soluzione proposta dal governo e dal ministro è quella di costruire nuove carceri. Ma ciò, ammesso che sia la soluzione, richiede tempo e questo confligge con la logica dell’emergenza.

Certamente, abbiamo anche delle contingenze. Credo che il problema vero sia costruire più carceri e più moderne, più rispettose dei diritti dei detenuti e, nel frattempo, cercare una soluzione, magari pensando a misure alternative per i detenuti a fine pena.

Negli ultimi giorni ci sono stati dei casi particolari: un uomo finito in carcere a 94 anni - ora si trova ai domiciliari - e un detenuto 87enne di Rebibbia per il quale il Riesame ha rigettato l’ennesima richiesta di differimento della pena per motivi di salute. Sono situazioni che uno Stato di diritto può tollerare?

Quelle sono situazioni paradossali che non dovrebbero esistere. Bisogna fare più attenzione a questi casi.

Dobbiamo aspettarci un testo sul carcere da parte di Forza Italia?

Ci possiamo anche pensare, però dobbiamo capire se c’è una sensibilità comune all’interno della maggioranza su questo tema. Io, ad esempio, avevo presentato degli emendamenti al decreto carcere l’anno scorso, che poi abbiamo dovuto ritirare.

Oggi, però, c’è anche l’apertura del presidente del Senato Ignazio La Russa. Non è un buon segnale?

Si è di certo aperto un varco per lavorare su questo punto.