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GIANFRANCO PASQUINO PROFESSORE
Una rondine non fa primavera, anche se aiuta di certo il morale. E così l'affermazione del centrosinistra, che conquista al primo turno Genova Ravenna è un'iniezione di fiducia, che non deve però dare adito a facili entusiasmi, perché per trasferire l’esperienza dal livello locale a quello nazionale ci sono numerosi nodi da sciogliere, così come indicato da Gianfranco Pasquino, Professore emerito di Scienza politica all’Università di Bologna e autore del libro In nome del popolo sovrano.
Professore, se dovessero essere confermati questi risultati del primo turno, il dato sembra essere che l'unico modo per contrastare un centrodestra unito è quello di un campo largo che contiene tutte le forze da Azione a Avs. Che ne pensa? E' praticabile a livello nazionale, secondo lei?
A livello territoriale è più facile, non ci sono tematiche di politica estera ed europea, a livello nazionale è molto complicato.
Questi risultati, in ogni caso, rafforzano Schlein all'interno del Pd, dopo i segnali di malessere venuti dall'area riformista negli ultimi tempi?
Quando il partito vince ovviamente il segretario si rafforza, in questi casi il segretario si rafforza a maggior ragione perché la coalizione che vince è la coalizione larga che lei vuole, quindi ha anche effetto nella strategia che la segretaria ha messo in campo, e dunque è giusto che si rafforzi. Gli altri non hanno alcuna proposta vera, si limitano a criticare ma non sanno cosa controproporre e si trovano quindi in posizione di relativa debolezza, politica e culturale.
Questo turno di amministrative, può avere secondo lei un traino sui referendum?
Bella domanda, non so quanto i candidati abbiano sottolineato la loro posizione sui referendum, è augurabile che gli elettori che hanno votato la coalizione di sinistra vadano a votare anche per abolire quelle leggi, è augurabile ma che sia certo non lo so. C’è la possibilità di un traino ma non la certezza.
E' possibile amalgamare a livello programmatico le forze del campo largo?
Amalgamare centrosinistra e sinistra è operazione difficile, complicatissima, il centrosinistra vive sulle sue diversità e sulle sue prese di distanza. Questo lo sappiamo da tempi memorabili, quanto meno dalla coalizione dell’Ulivo e poi l’Unione. Possono mettersi assieme per vincere ma amalgamarsi, non lo farebbero mai, ci sono anche eccessivi e malposti personalismi che devono essere messi da parte, non mi pare che siano sufficientemente intelligenti da farlo.
Realisticamente che formula si può trovare per contendere al centrodestra il governo del paese?
Una formula ci sarebbe, una legge elettorale di tipo francese a doppio turno con il passaggio al secondo turno di più candidati a seconda delle percentuali di voto che hanno avuto, obbliga naturalmente a mettersi d’accordo. Lì vediamo chi è forte chiede a chi è debole di ritirarsi a suo favore