Alla fine del 2024, l’edizione ucraina della rivista Forbes ha inserito Dzvanyslava Sira, detta Dzvinka, tra le trenta donne under 30 più influenti dell’Ucraina per l’impegno in favore dei connazionali feriti al fronte che necessitano di cure e riabilitazione. Attualmente, Dzvinka lavora nel servizio “Angeli” della Terza brigata d’assalto separata delle forze armate ucraine.

In questa intervista esclusiva al Dubbio la giovane parla del lavoro quotidiano nel Paese aggredito dalla Russia più di tre anni fa. «La nostra – dice Dzvanyslava Sira - è un’esperienza unica nel suo genere e sono grata per l’opportunità di parlare con un giornale straniero. I nostri soldati e le loro famiglie, grazie al lavoro che facciamo, possono ricevere sempre un supporto e non vengono lasciati mai soli».

Dzvinka, di cosa si occupa la sua organizzazione?

Il “Patronage service” è stato istituito nel 2014 per supportare i volontari del battaglione Azov. La comandante e fondatrice del servizio, Olena Tolkacheva, è stata la prima in Ucraina a fornire in maniera sistematica supporto medico, sociale e legale ai feriti, per seppellire i caduti e per sostenere le famiglie dei militari, oltre a prendersi cura dei veterani. Dal 2022, con l’inizio dell’invasione su larga scala, gli “Angeli” si prendono cura dei soldati della Terza brigata d’assalto separata delle forze armate dell’Ucraina e di altre unità del battaglione Azov. Da undici anni gli “Angeli” accompagnano i militari durante le fasi di cura e riabilitazione, dal momento in cui sono stati feriti fino alla guarigione e al rientro in servizio o al congedo per motivi di salute. Insieme con le autorità competenti ci occupiamo dello scambio dei prigionieri, del loro trattamento, della riabilitazione e dell’assistenza legale. Inoltre, abbiamo contribuito all'identificazione e alla conservazione delle salme e organizziamo sempre una degna sepoltura per gli eroi caduti in guerra.

Siete impegnati al fronte? Quali difficoltà incontrate nel vostro lavoro quotidiano?

Il servizio di patronato degli “Angeli” è un’organizzazione di retroguardia. Solo due dei nostri soldati sono vicini alla linea del fronte. Il loro lavoro si svolge nei pressi del punto di evacuazione delle salme dei soldati caduti. Esaminano i corpi e li inviano agli obitori e ai luoghi di sepoltura. Le difficoltà spesso sono rappresentate dagli intoppi burocratici e da condizioni di stress emotivo per i costanti rapporti con i feriti e le famiglie dei caduti. Dato che i costi per la cura dei feriti, la sepoltura dei soldati morti in battaglia e il sostegno alle loro famiglie sono coperti dal nostro fondo di beneficenza, abbiamo sempre bisogno di risorse economiche, comprese le donazioni. Il problema finanziario è particolarmente sentito quando il numero di feriti e dei morti è elevato.

Offrite assistenza legale ai feriti?

Risolviamo tutte le questioni legali che riguardano tanto i militari quanto le loro famiglie. Se necessitano di assistenza legale, li indirizziamo a organizzazioni di fiducia specializzate in diritto militare. Organizziamo incontri ad hoc e monitoriamo con attenzione tutti i casi che ci vengono sottoposti. Controlliamo una serie di informazioni e documenti dei feriti o dei deceduti. E offriamo assistenza per ottenere i risarcimenti relativi ai casi di lesioni o decessi.

Ci sono delle avvocate nella vostra brigata?

Sì, ce ne sono alcune, ma non posso rivelare quante lavorano con noi e ulteriori informazioni.

I feriti di guerra al loro ritorno dal fronte sono avviati ad un percorso di reinserimento sociale?

Dopo essere stati feriti o liberati, a seguito di un periodo di prigionia, i militari tornano alla vita civile. La nostra presenza è costante per aiutarli in questa nuova fase. Il “Patronage service” ha creato una comunità di veterani in cui i ragazzi si aiutano a vicenda, condividono le esperienze. Anche in questo modo cercano di guardare al futuro. Un’altra forma di sostegno consiste nel cercare lavoro per i veterani che possa essere inclusivo e adattabile alla nuova vita da civili. Offriamo, inoltre, assistenza psicologica e visite mediche di controllo. Senza tralasciare le attività ricreative, come concerti o serate di beneficenza.

La vostra divisione è impegnata nelle trattative per il rilascio dei soldati catturati?

Non siamo coinvolti direttamente nelle trattative per il rilascio, è una responsabilità delle agenzie governative, ma siamo in contatto con queste ultime. Abbiamo a disposizione un database con informazioni su ogni prigioniero e le condividiamo con i negoziatori. È importante che ogni soldato venga rilasciato vivo, poiché la Russia tratta i prigionieri di guerra con crudeltà, senza il minimo rispetto per le Convenzioni internazionali.