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IL PRESIDENTE MATTARELLA ALL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL CSM PER LA NOMINA DEL PRIMO PRESIDENTE DELLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
Dopo discussioni interminabili, sono state finalmente rinnovate le Commissioni del Consiglio superiore della magistratura. La novità più importante, e per molti versi inaspettata, è la presidenza della Quinta commissione, competente sulle nomine degli incarichi direttivi e semidirettivi, al laico di FdI Felice Giuffrè. Ordinario di diritto costituzionale all'Università di Catania, componente del Consiglio direttivo dell'Associazione italiana costituzionalisti di cui ha ricoperto anche il ruolo di direttore della rivista, Giuffrè da giovane è stato ai vertici del Fronte della Gioventù e di Alleanza nazionale.
E' quindi la prima volta nella storia del Csm che l'incarico di presidente della Quinta viene assegnato ad un componente laico con un orientamento culturale così caratterizzato. In passato, infatti, l'unico laico a capo di questa Commissione che poteva essere etichettato di centrodestra era stato, peraltro solo per pochi mesi durante la consiliatura presieduta dal dem David Ermini, l'avvocato napoletano Michele Cerabona, il cui nome venne segnalato da Forza Italia.
“L'impegno della Commissione che mi accingo a presiedere sarà nel solco di chi mi ha preceduto e sarà finalizzato ad accelerare i tempi di definizione dei procedimenti e dello smaltimento dell'arretrato, già sensibilmente abbattuto, e di garantire equilibrio e rigore nella individuazione di direttivi e semidirettivi secondo gli indirizzi che ha volto imprimere il vice presidente a questo Consiglio”, ha commentato a caldo con Il Dubbio, senza nascondere l’emozione, il professore siciliano. “Penso che tutti laici espressione dell'attuale maggioranza di governo abbiamo dimostrato fino a questo momento di esercitare le proprie funzioni di consigliere del Csm con equilibrio e senso delle Istituzioni”, ha poi aggiunto Giuffrè, stoppando così sul nascere eventuali polemiche da parte delle opposizioni, proprio per il suo orientamento culturale, riguardo la nomina.
Tornando invece alle Commissioni, il nuovo presidente della Prima, che si occupa delle inchieste riguardanti magistrati e di eventuali proposte di trasferimento d'ufficio per incompatibilità, sarà Michele Forziati, togato di Unicost, la corrente centrista dell’Anm. E ancora: in Terza Commissione, competente sui trasferimenti, il nuovo presidente sarà Marcello Basilico (Area), mentre la Quarta, che si occupa delle valutazioni di professionalità, sarà presieduta da un'altra togata progressista, la giudice Maria Francesca Abenavoli.
Anche la Sesta Commissione, quella che si occupa di formulare pareri al ministro sui provvedimenti legislativi in materia di giustizia. sarà presieduta da un togato di Area, il consigliere di Cassazione Antonello Cosentino. A presiedere la Settima Commissione, competente sull'organizzazione degli uffici giudiziari, sarà la laica, eletta in quota Lega, Claudia Eccher, mentre alla presidenza dell'Ottava - che si occupa della magistratura onoraria - ci sarà il togato di Magistratura indipendente Eligio Paolini. Infine, il nuovo presidente della Nona - alla quale spettano le competenze in materia internazionale - sarà Edoardo Cilenti, anch'egli togato di Mi. Invariate le composizioni della Commissione Bilancio e della Seconda Commissione, che sono quadriennali e che, dunque, non vengono rinnovate.
Alla fine il bilancio segna tre Commissioni alla sinistra giudiziaria, due a Magistratura indipendente, ed una ad Unicost. A Mi, il gruppo moderato, andrà però anche la direzione dell'Ufficio studi con la togata Paola D'Ovidio. Ufficio molto importante perché fornisce i pareri alle varie Commissioni e che, fino all'ultimo momento, doveva essere assegnato a Michele Papa, professore eletto in quota M5s.
La scelta dei nuovi componenti rappresenta un passaggio del lavoro di scorrentizzazione del Consiglio avviato dal vice presidente Fabio Pinelli, soprattutto in relazione alla nomina del vertice della Quinta, frutto di una complessa tessitura con il Comitato di Presidenza e con il Quirinale. Di diverso avviso l’indipendente Andrea Mirenda. «Siamo alla solite: continua la lottizzazione del Csm da parte delle correnti, dove chi non ha una casacca è destinato a non toccare palla», è stato il laconico commento del togato che, anche in questo terzo ed ultimo giro, non ha avuto alcuna presidenza di Commissione. «Mi complimento con i colleghi di Area che, con un Csm a “trazione centrodestra”, sono riusciti ad ottenere, dopo la Quinta, la presidenza delle tre Commissioni più importanti», ha aggiunto Mirenda.
Le nuove Commissioni partiranno il 10 ottobre e rimarranno fino al 23 gennaio del 2027, quando è prevista la scadenza dell’attuale consiliatura. La prossima, in caso di successo del referendum sulla separazione delle carriere, in calendario per la prossima primavera, si caratterizzerà dal sistema del sorteggio per l’elezione dei componenti. Sistema che dovrebbe metter fine a queste estenuanti trattative che hanno costretto Pinelli ad una dura attività di mediazione.