Il Senato ha approvato in quarta e ultima lettura la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati giudicanti e requirenti, uno dei punti più discussi dell’agenda politica del centrodestra. Il testo, passato con 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni, segna una svolta storica nell’assetto della magistratura italiana. Il disegno di legge costituzionale, dal titolo “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”, introduce una distinzione netta tra magistrati che giudicano e magistrati che indagano, creando due distinti Consigli superiori della magistratura (Csm). La parola passa ora agli elettori, che saranno chiamati a pronunciarsi con un referendum confermativo previsto tra marzo e aprile 2026, secondo le prime stime del Ministero della Giustizia.

Due Consigli superiori della magistratura

La riforma modifica alcuni articoli della Costituzione e istituisce: il Consiglio superiore della magistratura giudicante, e il Consiglio superiore della magistratura requirente, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica.

Membri di diritto dei due organi saranno, rispettivamente, il primo presidente della Corte di Cassazione e il procuratore generale della Cassazione. Gli altri componenti saranno scelti per un terzo tramite sorteggio da un elenco di professori ordinari e avvocati con almeno 15 anni di esercizio, compilato dal Parlamento in seduta comune, e per due terzi tra magistrati giudicanti o requirenti, estratti a sorte. Ogni Consiglio eleggerà il proprio vicepresidente tra i componenti designati dal sorteggio parlamentare. Il mandato durerà quattro anni, senza possibilità di rinnovo immediato.

L’Alta Corte disciplinare: un nuovo organo di giurisdizione interna

La riforma istituisce anche un nuovo organismo: l’Alta Corte disciplinare, che avrà competenza sui procedimenti disciplinari riguardanti magistrati ordinari, giudicanti e requirenti. Sarà composta da 15 giudicitre nominati dal Presidente della Repubblicatre estratti a sorte da un elenco parlamentaresei magistrati giudicanti e tre requirenti, selezionati per sorteggio tra i colleghi con requisiti di esperienza. Le sentenze dell’Alta Corte potranno essere impugnate davanti allo stesso organismo, che giudicherà in diversa composizione.