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LaPresse
Nell’Aula del Senato sono iniziate le dichiarazioni di voto sul disegno di legge costituzionale “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”, meglio noto come testo sulla separazione delle carriere.
Si tratta della seconda deliberazione di Palazzo Madama: il provvedimento necessita della maggioranza assoluta dei componenti del Senato per essere approvato.


Ore 10:45 – Renzi conferma l’astensione di Italia Viva
Intervenendo in dichiarazione di voto finale, Matteo Renzi ha confermato che Italia Viva si asterrà per la quarta e ultima volta sulla riforma. «Con la separazione delle carriere non cambia niente per Almastri, per Garlasco o per un cittadino qualsiasi. Cosa cambia? Che mettete la bandierina sulla riforma della giustizia», ha dichiarato il leader di Italia Viva. Renzi ha aggiunto: «Non ho cambiato idea, l’ha cambiata il ministro Nordio che aveva firmato anche un appello contro la separazione delle carriere. Non votiamo perché questa è una legge che non assicurerà la svolta garantista. Se ci asteniamo è per un problema di metodo prima ancora che di merito».
L’ex premier ha poi criticato la procedura parlamentare: «Per la prima volta nella storia costituzionale si approva una riforma come fosse un decreto legge, un milleproroghe. Non era mai accaduto che non fosse permesso al potere legislativo di sindacare le scelte del potere esecutivo».
Ore 11:00 – Orlando: «Campagna subliminale della destra»
L’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando ha commentato sui social la riforma, accusando la destra di aver già avviato una campagna elettorale subliminale in vista del referendum sulla giustizia. «Non so se la farà la Meloni direttamente, ma molti mezzi di informazione della destra — e alcuni che teoricamente non dovrebbero esserlo — stanno già conducendo questa campagna», ha osservato Orlando.
Secondo l’esponente del Partito Democratico, «si mostrano errori della magistratura e si fa credere che la soluzione sia la separazione delle carriere». Orlando ha aggiunto che «non è dimostrato che gli errori giudiziari derivino dalla mancata separazione delle carriere: anche in Paesi come Stati Uniti o Gran Bretagna, dove le carriere sono separate, gli errori giudiziari non sono evitati».


Ore 11:05 – «Nessun nesso tra errori giudiziari e separazione»
«Ci sono pro e contro in entrambi i modelli — ha proseguito Orlando — ma in nessuno di essi gli errori giudiziari sono eliminati. Dovremmo piuttosto essere fieri che i nostri gradi di giudizio permettano di rimediare agli errori, anche se talvolta tardi». L’ex ministro ha sottolineato che «la campagna della destra sarà centrata su casi mediatici come Garlasco o altri delitti irrisolti, presentando la separazione delle carriere come soluzione universale. Peccato che tra le due cose non ci sia alcun rapporto».
Ore 11:06 – Gelmini: «Riforma che attua la Costituzione»
Nel suo intervento, Mariastella Gelmini (Civici d’Italia, Udc, Noi Moderati) ha annunciato voto favorevole al disegno di legge, difendendo l’impianto della riforma. «Le critiche alla separazione delle carriere hanno un eccesso di faziosità e strumentalizzazione — ha detto in Aula — perché questa riforma non è contro la magistratura, né una rivincita della politica, ma un passo per riportare tutto nel solco dell’attuazione della Costituzione».
Gelmini ha poi aggiunto che la riforma «mette fine allo strapotere delle correnti tra magistrati, che si è sostituito alla meritocrazia. Le carriere devono essere definite dal merito e non da scambi di potere».
Ore 11:08 – Costa (FI): «Garantisce il giusto processo»
Intervenendo a Mattino 5, il deputato Enrico Costa (Forza Italia) ha sostenuto che la separazione delle carriere «garantisce il giusto processo previsto dalla Costituzione». «Serve un vero contraddittorio tra le parti e un giudice terzo e imparziale — ha spiegato — ma se una delle due parti è “parente professionale” del giudice, l’equilibrio è compromesso». Costa ha aggiunto che la riforma introduce «il sorteggio per la scelta dei membri del Csm» e che «rafforza il ruolo del giudice, riducendo il potere mediatico del pubblico ministero». «Il sistema attuale non garantisce equilibrio — ha concluso — serve una riforma che riequilibri davvero i ruoli, nel rispetto del principio costituzionale del giusto processo».
Ore 11:13 – De Cristofaro (Avs): «Vendetta politica contro le toghe»
Durissimo l’intervento del capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro, che ha definito la riforma «una vendetta politica».
«L’obiettivo vero è mettere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura sotto controllo politico. È una vendetta perché siete ossessionati dalle cosiddette toghe rosse», ha dichiarato in Aula. De Cristofaro ha poi aggiunto: «La vostra è un’ossessione vittimista ma anche una precisa idea di democrazia che non vi piace: quella fondata sull’equilibrio dei poteri. Volete mettere la magistratura sotto scacco». Il senatore ha concluso: «Sono convinto che i cittadini respingeranno questo tentativo, perché non vogliono vivere in Ungheria».
Ore 11:25 – Zanettin (FI): «Subito la raccolta firme per il referendum»
Durante le dichiarazioni di voto, Pierantonio Zanettin (Forza Italia) ha annunciato l’avvio della raccolta firme per chiedere il referendum confermativo. «Vogliamo che siano i cittadini a esprimersi con un voto democratico. Da domani inizieremo la raccolta firme dei parlamentari per richiedere il referendum», ha detto. Zanettin ha definito la separazione delle carriere «la più significativa riforma costituzionale del dopoguerra» e ha dedicato la giornata a Silvio Berlusconi, «che per tutta la sua carriera si è battuto contro la giustizia ingiusta». «FI sarà in prima fila — ha concluso — promuoveremo un comitato del Sì con una diffusione capillare, città per città».
Ore 11:36 – Centrodestra “precettato” per il voto in Aula
Fonti parlamentari riferiscono che tutti i senatori del centrodestra sono stati “precettati” per garantire la massima partecipazione al voto in Aula. È già stato costituito un gruppo di lavoro interpartitico per formulare e depositare il quesito referendario che accompagnerà la riforma in vista della consultazione popolare.
Ore 11:55 – Scarpinato (M5S): «Riforma imposta da una minoranza»
Toni durissimi da parte del senatore Roberto Scarpinato (Movimento 5 Stelle): «La data di oggi segna una svolta senza precedenti nella storia della Repubblica — ha detto — perché per la prima volta una riforma costituzionale viene imposta dal governo con un testo blindato, trasformando i parlamentari di maggioranza in comparse». L’ex magistrato ha aggiunto: «È un atto di imperio unilaterale imposto da una minoranza che si spaccia per maggioranza del Paese. Questa è una tessera della guerra alla Costituzione, un risiko del potere». Durante la campagna referendaria, ha annunciato Scarpinato, «bisognerà spiegare che il discrimine sarà tra amici della Costituzione e falsi amici che vogliono demolirla».
Ore 11:58 – Potenti (Lega): «Grande soddisfazione, si chiude una fase storica»
Nel corso delle dichiarazioni di voto, Manfredi Potenti (Lega) ha espresso «grande soddisfazione» per l’approvazione della riforma: «La separazione delle carriere sigilla una transizione tra passato e futuro», ha detto. Il senatore leghista ha spiegato che il testo «introduce un nuovo assetto dell’autogoverno dei magistrati e un organismo dedicato alla valutazione», ricordando che «troppi fatti hanno compromesso l’immagine della magistratura». Potenti ha inoltre ribadito la linea del Carroccio sul referendum: «La Lega rivendica la propria coerenza nel volersi sempre sottoporre alla volontà popolare, e lo faremo anche questa volta».
Ore 12:04 – Giorgis (Pd): «Protervia illiberale e nessun dialogo»
Andrea Giorgis (Partito Democratico) parla di «riforma imposta e illiberale»: «La maggioranza ha agito con protervia, in sfregio alla Costituzione, senza alcuna apertura al dialogo né volontà di confronto», ha dichiarato. «È una riforma contro la magistratura e contro il limite al potere che essa rappresenta», ha aggiunto, denunciando «arroganza politica e spavalderia» durante l’intero iter. «Non vi sono precedenti di riforme costituzionali approvate senza nemmeno una modifica», ha concluso.
Ore 12:10 – Aula infuocata: Scarpinato cita Dell’Utri, Gasparri conferma
Nuova tensione in Aula durante la replica di Roberto Scarpinato, che cita le parole di Maurizio Gasparri: «La presidente Meloni dice di voler correggere le storture della giustizia. Gasparri ha detto che questa è una riforma epocale che cancella le stagioni oscure dell’uso politico della giustizia», ha ricordato. Dal banco opposto, Gasparri replica a voce alta: «Lo confermo!». Il presidente del Senato Ignazio La Russa interviene per richiamare entrambi all’ordine, mentre dai banchi del M5S si levano nuove proteste. Scarpinato continua: «Tajani ha citato Dell’Utri come vittima della giustizia politicizzata. Ma non se la bevono gli italiani: Berlusconi e Dell’Utri sono stati condannati perché esistevano le prove».
Ore 12:11 – Ronzulli (FI): «Realizzato il sogno di Berlusconi»
Chiude la sequenza degli interventi Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato e senatrice di Forza Italia: «Abbiamo lottato per trent’anni ma ce l’abbiamo fatta. Con questa riforma separiamo le carriere e uniamo l’Italia nella fiducia verso la giustizia», ha detto. «È l’inizio di un’era di vera imparzialità. La bilancia torna equilibrata, si restituisce credibilità alla magistratura e speranza ai cittadini». Ronzulli ha aggiunto: «Siamo orgogliosi di aver realizzato il sogno di Silvio Berlusconi: un’Italia dove inchieste e processi non siano più usati come clave contro l’avversario. Ora tocca agli italiani dire sì alla libertà e alla giustizia giusta».
Ore 12:30 – Approvata la riforma: 112 sì, 59 no e 9 astenuti
L’Aula del Senato ha approvato in quarta e ultima lettura il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. Il via libera definitivo del Parlamento è arrivato con 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astenuti. La riforma sarà ora sottoposta a referendum confermativo, come previsto dall’articolo 138 della Costituzione, essendo stata approvata a maggioranza assoluta ma non dei due terzi dei componenti.


