Alla Procura di Roma si accende il faro sui siti sessisti che hanno diffuso immagini private di donne senza alcun consenso. Nelle scorse ore si è tenuto uno scambio di informazioni tra il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e gli agenti della Polizia Postale, con l’obiettivo di delineare i contorni di una vicenda che ha già sollevato un’ondata di indignazione.

Le fotografie, pubblicate sul sito Phica.eu e nel gruppo Facebook “Mia moglie”, erano corredate da commenti sessisti e offensivi. Una prima informativa dettagliata da parte degli investigatori è attesa nei prossimi giorni e potrebbe preludere all’apertura formale di un’inchiesta con i primi indagati. I reati ipotizzati vanno dalla divulgazione non autorizzata di materiale a sfondo sessuale, alla diffamazione fino all’estorsione.

Nel mirino c’è l’amministratore di una piccola azienda italiana fondata nel 2023, ritenuto il presunto gestore del portale. Pur non essendo ancora formalmente indagato, sarebbe stato identificato come l’uomo dietro agli pseudonimi “Phica Master” e “Boss Miao”, con server localizzati tra Russia e Cina. Già nel 2019 era stato ascoltato dalla Polizia Postale, consegnando alcuni dati tecnici sul portale che amministrava. All’interno del sito, gli agenti hanno rinvenuto persino una guida su come scattare di nascosto foto a donne con microcamere in spogliatoi e camerini.

Le reazioni non si sono fatte attendere. La sindaca di Firenze, Sara Funaro, tra le prime a denunciare l’accaduto, ha parlato di «atto di violenza, anche se online», invitando le donne a denunciare senza paura. Sul fronte politico, la senatrice Dafne Musolino (Italia Viva) ha chiesto una commissione d’inchiesta parlamentare e una normativa condivisa sull’identità digitale. Anche la ministra Eugenia Roccella ha manifestato disponibilità a collaborare per una legge che rafforzi gli strumenti contro la violenza online.

A intervenire con forza è stato anche Gino Cecchettin, padre di Giulia, la giovane vittima di femminicidio: «Serve educazione ai sentimenti. Viviamo in una cultura che oggettifica la donna. Il vero amore non è controllo né possesso. Bisogna imparare a distinguere tra affetto e dominio». Le sue parole hanno accompagnato la presentazione della nuova campagna della Fondazione Cecchettin, “Dire, Fare, Amare”, realizzata con Coop.