«Un evento come questo in tribunale? Nordio dice tante cose, salvo poi essere smentito dalla storia e dai fatti». Con queste parole il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha risposto alle osservazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che aveva criticato la scelta dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) di organizzare la “Giornata della Giustizia” all’interno del Palazzo di giustizia partenopeo.

L’incontro, a cui hanno preso parte studenti, giornalisti e artisti, ha affrontato temi legati alla Costituzione, alla pace, alla violenza di genere e al sistema giudiziario. «I magistrati sono innanzitutto cittadini – ha sottolineato Gratteri –. Non capisco perché noi, che siamo addetti ai lavori, non possiamo dire la nostra sulla riforma, mentre i medici possono parlare di sanità».

Durante il suo intervento, Gratteri ha spiegato che lo scopo dell’iniziativa è parlare ai giovani in modo chiaro e accessibile, al di fuori del linguaggio tecnico-giuridico. «Siamo qui per spiegare i problemi della giustizia in modo comprensibile. Con i ragazzi mi trovo a mio agio – ha aggiunto – perché parlo da sempre con loro, conosco le loro difficoltà e le loro domande. Discutere di giustizia con chi rappresenta il futuro del Paese è un dovere, non un atto politico».

Il procuratore ha preferito non approfondire il tema della separazione delle carriere, sottolineando come il confronto rischi di essere «strumentalizzato da chi non è in buona fede».

La replica sul processo Moccia: «Errore tecnico del ministro»

Nel corso della giornata, Gratteri ha anche replicato a Carlo Nordio per le sue dichiarazioni sul processo Moccia, nel quale il ministro aveva auspicato un intervento del Csm per evitare che i trasferimenti dei giudici costringano a ricominciare i processi complessi dall’inizio. «Forse Nordio non sa che per i processi di mafia non c’è bisogno di rinnovare l’istruttoria dibattimentale. Il processo non ricomincia da capo ma continua – ha spiegato Gratteri –. È un errore tecnico: si studia al terzo anno di Giurisprudenza». Secondo il procuratore di Napoli, le parole del Guardasigilli denotano una confusione procedurale che non può passare sotto silenzio: «Nordio richiama il Csm a fare più attenzione sui trasferimenti, ma non ricorda che nei processi di mafia la regola è diversa. Io non posso stare zitto davanti a queste cose, non posso assuefarmi: bisogna parlare, anche a costo di disturbare il manovratore».

«Serve dialogo, non silenzio»

Concludendo il suo intervento, Gratteri ha ribadito la necessità di un confronto costruttivo tra magistratura e politica, ma senza rinunciare al diritto di replica. «Non è con il silenzio che si rafforza la giustizia – ha detto – ma con la chiarezza, anche quando le parole possono risultare scomode».