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L'ex pm Mario Venditti
L’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex procuratore capo di Pavia Mario Venditti, ha presentato al Tribunale del Riesame di Brescia un nuovo ricorso per ottenere il dissequestro del materiale informatico ancora sotto sequestro nell’ambito dell’inchiesta per corruzione e peculato che coinvolge lo stesso magistrato e il pm Pietro Paolo Mazza. Il nuovo atto riguarda l’indagine denominata “Clean”, parallela a quella sulla riapertura del caso Garlasco, e punta a ottenere la restituzione di pc, tablet e telefoni cellulari già oggetto di un precedente provvedimento di sequestro.
Il doppio binario delle indagini
Solo ieri, il Riesame bresciano aveva accolto il primo ricorso presentato da Aiello, annullando gran parte del decreto di sequestro disposto nell’inchiesta legata al delitto di Chiara Poggi e disponendo la restituzione dei dispositivi elettronici a Venditti. Ma la riconsegna, spiega lo stesso difensore, non è mai avvenuta. «I dispositivi restano sotto sequestro nell’indagine “Clean” su decisione dei pm bresciani – ha chiarito Aiello all’AGI – in attesa che il Riesame si pronunci anche su questo secondo procedimento». Una sovrapposizione che ha di fatto creato un dedalo giudiziario, con due indagini parallele – una per corruzione in atti giudiziari e l’altra per peculato e malaffare interno alle toghe – che condividono parte del materiale informatico e delle contestazioni.
L’inchiesta “Clean”: ipotesi di corruzione e peculato
L’indagine “Clean”, coordinata dalla Procura di Brescia guidata da Francesco Prete, ipotizza l’esistenza di un sistema di corruzione e gestione illecita di risorse che avrebbe coinvolto, oltre a Venditti, altre figure istituzionali e magistrati. L’inchiesta è nata come sviluppo dell’indagine principale che aveva portato alla perquisizione delle abitazioni e degli uffici dell’ex procuratore, nell’ambito del procedimento in cui è indagato per corruzione in atti giudiziari per avere, secondo l’accusa, favorito la richiesta di archiviazione di Andrea Sempio, uno dei protagonisti del caso Garlasco.
Con il nuovo ricorso, l’avvocato Aiello contesta la persistenza dei sequestri e chiede al Tribunale del Riesame di valutarne l’illegittimità, ritenendo che le motivazioni addotte dalla Procura non giustifichino la duplicazione delle misure. «Abbiamo chiesto il dissequestro anche per il secondo fascicolo – ha dichiarato Aiello – perché i dispositivi sono gli stessi già restituiti in un’altra indagine. La Procura non può reiterare un sequestro che il Tribunale ha appena annullato».