Dopo tanti annunci è arrivata l’ufficialità. Sul sito del Consiglio superiore della magistratura è disponibile l’ordine del giorno del plenum del prossimo 4 settembre (al quale parteciperà anche al capo dello Stato Sergio Mattarella) dove verrà nominato il nuovo primo presidente della Cassazione. I candidati per prendere il posto di Margherita Cassano, prima donna a ricoprire questo prestigioso incarico, sono Pasquale D’Ascola e Stefano Mogini, entrambi in servizio in Cassazione, il primo come presidente aggiunto ed il secondo come presidente di sezione.

D’Ascola in Commissione per gli incarichi direttivi il mese scorso ha ottenuto quattro voti: i togati Maurizio Carbone, Mimma Miele e Michele Forziati, oltre al laico in quota Italia viva Ernesto Carbone. Mogini ha invece ottenuto due preferenze, quelle della laica Claudia Eccher ( Lega) e del togato Eligio Paolini. I profili, leggendo i pareri, sostanzialmente si equivalgano.

Mogini, che in passato è stato capo di gabinetto del ministro della Giustizia Clemente Mastella, fa parte dell’Osservatorio permanente per l’uso dell’Intelligenza Artificiale, un organismo fortemente voluto dal Consiglio nazionale forense. A favore di D’Ascola vi è una maggiorare anzianità di servizio. Pur essendo entrambi del 1958, D’Ascola è entrato in magistratura quattro anni prima del collega. Il fatto che ci siano due proposte non ha ottenuto il gradimento da parte del Quirinale.

Sergio Mattarella, non è un mistero, avrebbe voluto che ci fosse “unanimità” per un incarico di questo spessore, soprattutto in un momento di grande difficoltà per la magistratura. E molto probabile quindi che ci sarà battaglia in Plenum, come già accaduto per la recente nomina del procuratore generale della Cassazione. Il futuro primo presidente si troverà subito ad affrontare la campagna per il referendum sulla separazione delle carriere fra pm e giudici. La presidente Cassano ha preso sul punto posizioni molto nette, criticando apertamente la riforma costituzionale che dovrebbe terminare l’iter parlamentare in autunno, consentendo così di fissare la data del referendum, per il quale non sarà necessario il raggiungimento del quorum, per la prossima primavera.

Alla votazione del 4 settembre dovrebbe partecipare, salvo imprevisti dell’ultimo momento, anche Daniele Porena. Avvocato e docente ordinario di Istituzioni di diritto pubblico all’Università di Perugia, Porena è destinato a prendere il posto della dimissionaria Rosanna Natoli. Nato nel 1976, dopo aver militato da giovane nel Fuan e poi in Alleanza nazionale, ricoprendo anche il ruolo di consigliere comunale nel capoluogo umbro, è stato fortemente voluto dai vertici di FdI. L’ultima votazione questa settimana si è conclusa con un’altra fumata nera. Per la sua nomina bisognerà attendere il voto di martedì prossimo, quando non ci sarà più bisogno della maggioranza dei tre quinti dei componenti dell’Assemblea (363) prevista per le prime due votazioni. Da martedì prossimo, infatti, sarà sufficie