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MANFREDI CATELLA CEO & FOUNDER COIMA
Un nuovo capitolo si apre nell’indagine sull’urbanistica milanese: la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio le interdittive per corruzione che il Tribunale del Riesame aveva disposto nei confronti dell’ex assessore comunale Giancarlo Tancredi, dell’ex presidente della commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e dell’imprenditore Federico Pella. La decisione arriva dopo i ricorsi presentati dai rispettivi difensori, che hanno ottenuto il pieno accoglimento dei giudici della Sesta sezione penale.
La svolta in Cassazione: ordinanze cancellate senza rinvio
Secondo quanto riferito da fonti legali, gli ermellini hanno annullato le precedenti ordinanze senza disporre un nuovo giudizio davanti al Riesame. Una scelta netta, che azzera di fatto il quadro cautelare delineato nei mesi scorsi dal collegio milanese.
Tancredi, Marinoni e Pella erano stati arrestati ai domiciliari lo scorso luglio su ordine del gip Mattia Fiorentini, con l’accusa di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Per Marinoni si contestavano anche false dichiarazioni legate alla mancata segnalazione di conflitti d’interesse nella commissione paesaggio del Comune di Milano. Solo due settimane dopo, il Riesame aveva revocato i domiciliari ma confermato l’esistenza di gravi indizi, imponendo però pesanti interdittive dallo svolgimento di attività professionali e incarichi pubblici.
Il duro colpo all’indagine dei pm milanesi
La scelta della Cassazione rappresenta una frenata significativa per l’inchiesta dei pm Petruzzella, Filippini, Clerici e Siciliano, che avevano descritto un presunto “sistema edilizio e urbanistico deviato” basato su incarichi retribuiti, parcelle mascherate e decisioni pilotate in favore di costruttori e fondi immobiliari. L’annullamento delle interdittive mette in discussione la tenuta cautelare dell’impianto accusatorio, pur senza incidere - per ora - sulle indagini di merito.
Coima: «Undici giudici ci hanno riconosciuto estranei»
Parallelamente, arriva la nota ufficiale di Coima dopo la decisione della Suprema Corte di rigettare il ricorso della Procura contro il dissequestro disposto per il suo ceo, Manfredi Catella, e altri soggetti coinvolti. «Dal 16 luglio al 12 novembre — scrive la società — undici giudici, oltre alla Procura generale, hanno affermato progressivamente la nostra estraneità. È un riconoscimento del rigore e della professionalità dell’organizzazione».
Coima sottolinea come anche il pg della Cassazione, nella memoria del 24 ottobre e durante l’udienza, abbia chiesto il rigetto del ricorso della Procura di Milano, ritenendo “puntuale” il vaglio del Riesame.


