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Avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati all’uscita della sede della Guardia di Finanza di Pavia
L’inchiesta riaperta sulla morte di Chiara Poggi torna al centro dell’attenzione giudiziaria. A Brescia, la Procura prosegue gli accertamenti sui rapporti tra la famiglia Sempio, alcuni avvocati e l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari. La vicenda trae origine dall’archiviazione del 2017 per Andrea Sempio, oggi nuovamente sospettato nell’indagine sul delitto di Garlasco.
Gli ex legali sentiti come persone informate sui fatti
Federico Soldani e Simone Grassi, già difensori di Sempio, sono stati ascoltati come persone informate sui fatti. Nei prossimi giorni è prevista anche la convocazione dell’avvocato Massimo Lovati, anch’egli parte del pool difensivo all’epoca dei fatti.
La Procura intende chiarire la gestione dei circa 60mila euro versati dalla famiglia Sempio tra dicembre 2016 e marzo 2017. L’importo, confermato dalla madre e dal padre di Andrea, sarebbe stato richiesto “per le carte”, senza dettagli su effettive attività svolte. Alcuni pagamenti – ha ammesso Lovati – sarebbero avvenuti in nero. Secondo l’ipotesi accusatoria, parte del denaro sarebbe potuta finire a Venditti per sollecitare l’archiviazione poi concessa dal gip.
Il ruolo degli avvocati e le versioni discordanti
Sui compensi emergono versioni contrastanti: Lovati ha riconosciuto l’esistenza di denaro non dichiarato, mentre Grassi ha sostenuto pubblicamente che la sua “retribuzione” sarebbe stata la visibilità mediatica, non soldi. Intanto si registra anche il dietrofront comunicativo: Alfredo Scaccia, nominato portavoce di Lovati solo poche ore prima, ha rinunciato all’incarico dopo alcune ricostruzioni giornalistiche legate al suo passato giudiziario, annunciandolo con un videomessaggio.
Lovati convocato in Procura: attesa per l’interrogatorio
Lovati è stato convocato per oggi pomeriggio come testimone dal pm Claudia Moregola. Il portavoce aveva comunicato la notizia, poi ritrattando la sua permanenza nell’incarico. L’avvocato Fabrizio Gallo, indicato da alcuni media come possibile dimissionario dal ruolo di difensore, ha chiarito di essere ancora formalmente in carica: «Non ho mai rinunciato al mandato. La notizia è falsa», ha detto a LaPresse.
DNA sotto esame: il profilo trovato sotto le unghie non identifica nessuno
Sul fronte tecnico, l’incidente probatorio affidato alla perita della Polizia scientifica Denise Albani ha fornito un primo risultato decisivo: il DNA estratto dalle unghie di Chiara Poggi è incompleto, misto e non identificativo. Il profilo genetico: è aplotipo Y (riconducibile solo a una linea paterna, non a un singolo individuo); è parziale (sequenza incompleta); è misto (presenza di almeno un altro contributore maschile); è non consolidato, perché le tre estrazioni eseguite nel 2014 hanno dato risultati non omogenei e oggi non sono più ripetibili: le unghie sono state completamente consumate durante le analisi.
La perita, per ora, non ha espresso valutazioni sulla compatibilità del profilo con Andrea Sempio. Saranno contenute nella relazione finale prima dell’udienza del 18 dicembre.


